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Percorso testuale   Home Page > Percorso testuale > Le opere in volgare > La Commedia: lingua, stile, metrica

La Commedia: lingua, stile, metrica

L’orchestrazione formale della Commedia si fonda sul plurilinguismo e sul pluristilismo, che efficacemente e quasi inevitabilmente traducono l’onnivora disponibilità dantesca verso ogni aspetto della realtà, dagli abissi dell’abiezione alle ineffabilità paradisiache: tutti i registri espressivi sono utilizzati e, per quanto ogni cantica abbia una sua tonalità dominante, la mescidanza stilistica percorre tutto il poema, per cui non è raro trovare nell’Inferno aperture verso il livello letterario e aulico e nel Paradiso squarci di linguaggio comico-realistico.

Se l’assenza di autografi rende impraticabile un’esaustiva definizione degli aspetti fonomorfologici, la lingua della Commedia appare sostanzialmente riconducibile al fiorentino dell’epoca, fruito in tutte le sue varietà e su cui si innestano influssi latineggianti, sicilianizzanti e gallicizzanti. Sorprendente è però la polimorfia lessicale, il vulcanismo glottopoietico che non solo impiega tutte le risorse linguistiche disponibili, dall’idiotismo più marcato al latinismo di matrice classica o biblica, dal dialettalismo utilizzato anche a fini mimetico-espressivi alla terminologia tecnico-scientifica, spesso con funzione di accentuazione realistica, ma che ricorre frequentemente a neoformazioni di tipo parasintetico (intrearsi, intuarsi, immillarsi, ecc), all’inserto alloglotto (si considerino i numerosi versi latini e gli otto versi provenzali di Arnaut Daniel) e finanche alle lingue incomprensibili (si pensi al famoso “Papé Satan, Papé Satan aleppe” di Inf., VII 1).

Uno sperimentalismo che si manifesta anche nelle opzioni metriche, tra cui spicca l’invenzione simbolicamente pregnante della terzina, il cui schema rimico ABA, BCB, CDC, ecc., potenzialmente aperto, consente il disteso sviluppo narrativo. E notevoli sono anche l’esercizio sulle parole-rima, dotate spesso di fortissima carica espressiva e strutturale, e la straordinaria varietà degli schemi accentuativi dell’endecasillabo.

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