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Percorso tematico > I luoghi > Venezia
Venezia
Impegnata fondamentalmente nel raggiungere una supremazia sui mercati del Mediterraneo, Venezia rimase immune dalle lotte tra Guelfi e Ghibellini che nel Medioevo colpirono le altre città del centro e del nord della Penisola italiana, mantenendosi sempre anche fuori dagli scontri tra Impero e Chiesa e limitandosi ad intervenire solo nelle questioni che potessero riguardare i propri interessi commerciali. Anche per questo particolare profilo politico, Venezia non fu verosimilmente una delle tappe rilevanti del vario peregrinare dantesco durante l’esilio. L’unica notizia sicura di un soggiorno di Dante a Venezia riguarda l’agosto del 1321, quando l’esule vi fu inviato da Guido Novello da Polenta, presso cui risiedeva a Ravenna, come membro autorevole di una delicata missione diplomatica per risolvere una spinosa controversia legata al monopolio del contrabbando del sale, che opponeva la città lagunare alla corte ravennate dei da Polenta. Partito tra la fine di luglio e i primi di agosto di quello stesso anno, il poeta dovette tornare prima della fine della missione, poiché, lungo il viaggio, nei pressi delle paludi di Comacchio, aveva contratto una febbre malarica che lo portò, di lì a poco, alla morte. L’assenza di testimonianze documentarie rende solo ipotetici soggiorni veneziani del poeta prima del 1321. Se infatti non si può dar credito alle notizie contenute nell’apocrifa lettera a Guido da Polenta, secondo cui Dante fu a Venezia nel 1314 per pronunciare un’orazione latina in onore dell’elezione del doge Giovanni Soranzo, suggestiva è invece l’ipotesi che Dante si sia recato nella città lagunare nel biennio tra il 1304 e il 1305, visitando il vivace arsenale veneziano, ricordato poi con minuzia di particolari in una celebre similitudine, quella appunto dell’arzanà, di Inf., XXI 7-18.
 
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