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La Bibbia
L’incidenza della tradizione biblico-evangelica, sia attraverso la lettura diretta del testo sacro, sia soprattutto attraverso il multiforme corredo esegetico che nel Medioevo accompagnò i singoli libri della Bibbia, è senz’altro determinante nella formazione e nella maturazione poetica e intellettuale di Dante. Mano a mano che ci si sposta lungo l’arco cronologico in cui si sviluppa l’intera produzione dantesca, si registra infatti un progressivo infittirsi di suggestioni, allusioni e citazioni bibliche. Quasi del tutto assente nelle Rime e poco presente, almeno esplicitamente, nella Vita Nuova, la Bibbia inizia ad affiorare con una certa frequenza solo dal Convivio e dal De vulgari eloquentia in poi, traducendosi in un richiamo continuo e spesso esplicito nel De Monarchia, nella Commedia e nelle epistole di argomento politico nonché in quella a Cangrande della Scala. La lettura delle Sacre Scritture per la quale Dante sembra servirsi del testo della Vulgata nella versione della Biblia parisiensis dissemina lungo tutto il corpus dantesco numerose tracce, tra le quali spiccano, per evidenza, oltre alle citazioni dirette, i richiami ad alcuni scrittori biblici, considerati dal poeta veri e propri auctores, come Giovanni, “aguglia di Cristo” (Par., XXVI 53), o Luca, definito “scriba mansuetudinis Christi” (De Monarchia, I 16 2). Del resto, sono senz’altro ascrivibili ad una conoscenza del testo sacro le riflessioni sulla molteplicità dei sensi della scrittura, che Dante riporta prima all’interno del Convivio e poi, con un leggero cambio prospettico, nella citata epistola a Cangrande. Stesso discorso vale anche per le diverse allusioni a episodi e a personaggi biblici vetero e neo-testamentari, variamente presenti nel poema così come nel De vulgari eloquentia, dove la discussione della nascita del linguaggio apre la strada ad un’ampia digressione, che ingloba la storia di Adamo ed Eva e quella della Torre di Babele. Analogamente, sono chiaramente ispirate alla Bibbia le questioni teologiche che, nel racconto della Commedia, Dante propone alle sue guide: si pensi, per esempio, alla disquisizione sulla gerarchia dei cori angelici di Par., XXVIII 97-139.
 
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