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percorso biografico   Home Page > Percorso biografico > 1793-1796 > La Municipalità veneziana

La Municipalità veneziana

fotografia Di fronte all’avanzata delle truppe francesi, il Maggior Consiglio, la massima istituzione governativa dell’aristocratica repubblica veneziana, si riunì per l’ultima volta il 12 maggio 1797 e deliberò di consegnare la città ai francesi. Fu istituita una Municipalità Provvisoria che comprendeva 60 cittadini di ogni ceto, che si riunì per la prima volta nella sala del Maggior Consiglio il 16 maggio. Lo stesso giorno a Milano veniva firmato un trattato tra Bonaparte e i deputati veneziani, con il quale la città passava ai Francesi: tra le clausole segrete ne figuravano alcune particolarmente vessatorie che prevedevano il pagamento di forti somme e la consegna ai francesi di tesori dell’arte e manoscritti.

Il giorno della caduta della repubblica, Foscolo si trovava a Bologna, dove era giunto a fine aprile per fuggire dall’Inquisizione veneziana; il 16 maggio, dopo aver ricevuto per lettera la comunicazione che Venezia era in mano ai Francesi, vi fa velocemente ritorno. Eletto per acclamazione socio della Società d’Istruzione pubblica, partecipa attivamente alla vita politica del nuovo governo, collocandosi su posizioni radicali e delineando già un proprio sistema di pensiero antiaristocratico, garante della legge e della concordia tra le varie classi sociali. Il 22 luglio, probabilmente per intercessione di Vincenzo Dandolo, viene nominato redattore delle sedute della Municipalità, con l’incarico di scrivere e spesso leggere dalla tribuna i verbali delle riunioni: in questo modo poteva partecipare alle sedute del massimo organismo politico della repubblica, pur essendo troppo giovane per farne parte ufficialmente.

Il 17 ottobre, il Trattato di Campoformio, con il quale Bonaparte cedeva Venezia all’Austria, pone fine alla stagione della Municipalità; il romanzo Le ultime lettere di Jacopo Ortis, comincia proprio con la denuncia del trattato, che dai patrioti fu considerato un vero e proprio “tradimento” dei francesi. Pochi giorni dopo, il 9 novembre Foscolo si dimette dall’ufficio di redattore della Società di Istruzione pubblica e parte per Milano dove, appena giunto, chiede la cittadinanza cisalpina.

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