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Le ultime lettere di Jacopo Ortis: la vicenda

fotografia Le ultime lettere di Jacopo Ortis sono un romanzo epistolare che si ispira liberamente a un genere di grande successo nel Settecento e in particolare a Die Leiden des jungen Werther (I dolori del giovane Werther) di J. Wolfgang Goethe; la sola voce del romanzo è quella di Jacopo Ortis, autore di lettere inviate a un unico destinatario, l’amico Lorenzo Alderani, al quale spetta il compito di introdurre brevi incisi di raccordo tra le missive, in funzione di una maggiore coerenza narrativa.

Il protagonista assoluto del romanzo è quindi Jacopo, personaggio in parte autobiografico, in parte costruito su modelli letterari; il nome era tratto da un fatto di cronaca che aveva colpito Foscolo, il suicidio a Padova di uno studente friulano, Gerolamo Ortis.

L’azione comincia nei giorni del Trattato di Campoformio, quando Jacopo, in fuga da Venezia per sfuggire alle rappresaglie degli austriaci, si rifugia sui Colli Euganei. Qui, nella pace della campagna, si innamora di Teresa, una giovane fanciulla destinata dal padre, pressato da motivi economici, a un matrimonio di interesse con il nobile benestante Odoardo. Pur ricambiando la passione di Jacopo, al quale arriva a concedere un bacio, Teresa non osa ribellarsi alla volontà paterna e allontana il giovane, che decide di partire. Nella seconda parte, introdotta da una premessa di Lorenzo, Ortis, dopo aver preso congedo da Teresa, parte per un viaggio attraverso l’Italia; a Milano incontra Parini; a Ventimiglia, ai confini del paese, compie pessimistiche considerazioni sulle possibilità di progresso e sulla storia. Amareggiato e deluso, ossessionato dall’idea del suicidio, Jacopo decide di tornare sui Colli Euganei, dove nel frattempo Teresa si è sposata. Dopo un ultimo struggente incontro con l’amata, alla quale è rivolta l’ultima lettera, e un rapido viaggio a Venezia per salutare la madre, Jacopo si trafigge con un pugnale. Il tragico epilogo è raccontato da Lorenzo, fedele esecutore delle ultime volontà del suicida.

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