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Armonia
L’armonia è un motivo centrale della poetica foscoliana ed è strettamente legato al concetto stesso di poesia, concepita come una espressione della civiltà umana in grado di armonizzare i rapporti sociali e di fornire una visione rasserenante benché illusoria dell’esistenza. Nelle Lezioni pavesi Foscolo espone una teoria di pacificazione sociale e concordia tra i cittadini alla quale la letteratura contribuisce in modo determinante; le arti possono infatti coadiuvare i rapporti tra governanti e popolo, rappresentare la verità con equilibrio e insinuarla piacevolmente nella mente dei cittadini, senza distruggere le illusioni, necessarie alla felicità degli individui.
Il tema dell’armonia appare un motivo dominante delle Grazie; essa corrisponde a una forza di coesione e equilibrio tra le forze dell’universo e si può identificare con una sorta di legge di amore universale che domina il mondo e che permette all’uomo di superare una condizione diffusa di sofferenza e di dolore. Nel Proemio del poema la tradizionale invocazione alle Muse (vv. 1-8) è rivolta alle stesse Grazie, ispiratrici di una poesia che fin dall’inizio si configura come “armoniosa melodia”, capace di consolare gli uomini e superare le tensioni del presente. Alla definizione dell’armonia universale Foscolo dedica, nel secondo Inno (Grazie, Redazione del Quadernone) un lungo e complesso periodo che inizia al verso 97. Essa è un concetto assimilabile all'amore universale che va inteso in senso laico, secondo la filosofia materialistica del poeta, come forza di coesione e modo per sublimare la paura della morte, capace di conferire all'uomo una dimensione sublime, con effetti che si ripercuotono sulla convivenza civile e sulla concordia fra i cittadini. L'armonia, attraverso l’azione delle Grazie, allontana l'uomo dall'esperienza dei propri limiti e gli concede l'illusione di un’identità quasi divina che gli permette di superare i turbamenti prodotti dalla casualità e dalla negatività dell'esistenza.

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