Alessandro ManzoniManzoni
Home pagepercorso biograficopercorso tematicoCreditienglish version
punto
bordo
Percorso testuale   Home Page > Percorso testuale > Le poesie > Le poesie giovanili

Le poesie giovanili

fotografia La produzione giovanile del Manzoni si caratterizza per una spiccata sperimentazione di contenuti e di forme. Nei quattro canti in versi sciolti del Trionfo della libertà (1801) l’astratto furore libertario appreso sui libri, e nutrito del ribellismo maturato in collegio, si esprime in una sapiente rielaborazione del modello montiano e dantesco. Nel poemetto, costruito secondo il genere poetico allora in voga della “visione” (come la Bassvilliana del Monti) il poeta immagina di vedere la Dea Libertà che trionfa sui mostri della Tirannia e della Religione, fra loro alleati, e di incontrare gli eroi antichi e moderni che si son sacrificati per  “amor di Libertade”. Mescolata al gusto preromantico per la rappresentazione fosca e persino macabra, risuona anche l’eco della sanguinosa repressione della rivoluzione partenopea, che il giovane Manzoni apprendeva dagli esuli napoletani. Pienamente ispirati alla serenità neoclassica sono invece alcuni componimenti fra il 1802 e il 1803, come l’ode Qual su le Cinzie cime, i sonetti Alla Musa  e Alla sua donna e l’idillio Adda, dedicato al Monti. Ma il poeta muta ancora genere e dalla raffinata stilizzazione tardoarcadica passa al genere satirico d’atmosfera oraziana, con quattro Sermoni scritti fra il 1803 e il 1804. In essi c’è un ripensamento del ruolo della poesia e del poeta, ispirato a un senso di rifiuto e quasi di disprezzo per una poesia ormai vuota e “inutile” come quella classicistica e al bisogno di un più serio impegno da parte del poeta. Questo ripensamento culmina nel carme all’Imbonati, del 1806. Del resto già nel sonetto Autoritratto (1801) egli aveva dato di sé un profilo modesto e autoironico, ben diverso dagli analoghi autoritratti di Alfieri e di Foscolo. Un ritorno, ma solo temporaneo, alla poesia mitologica, sul modello della Musogonia del Monti (ripreso più tardi nelle Grazie foscoliane) è rappresentato dall’Urania, apparso nel 1809. In esso viene esaltata, secondo un noto tema classico, la funzione civilizzatrice della poesia, rappresentata dalle Muse che Giove invia sulla terra per far uscire gli uomini dallo stato ferino.

on
off
off
off
off
off
off
off
            indietrostampatesto integraleInternet Culturale
bordo
Percorso biografico - Percorso testuale - Percorso tematico
Home "Viaggi nel testo" - Dante Alighieri - Francesco Petrarca - Giovanni Boccaccio - Baldassarre Castiglione
Ludovico Ariosto - Torquato Tasso - Ugo Foscolo - Alessandro Manzoni - Giacomo Leopardi

Valid HTML 4.01 Strict        Valid HTML 4.01 Strict