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Percorso biografico > 1785-1805 > Vincenzo Monti
Vincenzo Monti
A Vincenzo Monti (1754-1828), il più celebre e ammirato poeta contemporaneo, sono dedicati o inviati alcuni dei primi testi poetici del giovane Alessandro, costruiti su temi e forme caratteristici della fase “neoclassica” della letteratura e delle arti in Italia. E’ altresì evidente l’influsso montiano in poesie giovanili come il Trionfo della Libertà o l’Urania. Il Monti conosciuto personalmente dal Manzoni è quello del “periodo milanese”, cioè un Monti che, alla conclusione del “periodo romano” (controrivoluzionario e antifrancese), è fuggito a Milano, dopo un breve soggiorno parigino, e lì scrive opere piene del classicismo eroico e trionfale dell’età napoleonica. Fu il Monti a sollecitare Giulia Beccaria e Carlo Imbonati, dei quali era amico, perché invitassero a Parigi il giovane Alessandro, del quale aveva già potuto valutare il talento poetico. A Milano Manzoni, fra il 1801 e il 1805, incontrava il Monti all’interno di un gruppo affiatatissimo di altri amici letterati dell’ambiente culturale neoclassicistico, come Ignazio Calderari e il greco Andrea Mustoxidi. Questo gruppo in parte si ricompose al ritorno del Manzoni dal primo soggiorno a Parigi, dopo il 1810, e continuarono le discussioni sui temi dell’attualità letteraria con una frequenza e intensità di incontri che impensierivano il canonico Tosi, sempre preoccupato che la letteratura sviasse il Manzoni dal pensiero e dall’esercizio della fede. Nel 1810, col Monti e con gli altri amici ritrovati (ai quali si aggiunsero Giuseppe Bossi e Gaetano Giudici) Manzoni poteva parlare della poesia idillica europea o della traduzione montiana, appena uscita, dell’Iliade e tesserne le lodi. Più tardi, dopo la conversione religiosa e la conversione letteraria la distanza di posizioni fra il Monti e il Manzoni sarebbe stata netta, sia sul piano della questione della lingua, sia sul piano delle scelte letterarie (Monti difese la tradizione classicistica col sermone Sulla mitologia, del 1825). Nel 1828 Manzoni pubblicò, sull’ “Eco”, periodico milanese, una quartina di endecasillabi per la morte di Vincenzo Monti, nella quale tornava l’elogio (il paragone con Dante) già tributato al Monti nella prima delle poesie giovanili.
 
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