
Il giovane letterato Lombardo della Seta strinse rapporti con Petrarca durante il suo ultimo soggiorno a
Padova, dal 1368 in poi. Destinatario di tre lettere petrarchesche e ricordato nel
testamento quale legatario di alcuni doni (un cavallo e una coppa per bere), dopo la morte del maestro ne raccolse l'eredità letteraria: su incarico di
Francesco I da Carrara portò a termine il
De viris illustribus nell'ultima forma voluta dall'autore. Inoltre si trovò a gestire le carte che Petrarca aveva lasciato al genero
Francescuolo da Brossano, e quindi a curare la pubblicazione postuma delle altre opere petrarchesche rimaste incompiute (
Africa,
Rerum memorandarum libri,
Secretum,
Seniles,
Trionfi).