Guglielmo da Pastrengo, giurista e autore di una compilazione enciclopedica (1) , incontrò Petrarca in due occasioni (1336 e 1339) ad
Avignone, dove si trovava in missione diplomatica per conto di
Mastino II della Scala, e andò anche a visitarlo a
Valchiusa. L'amicizia che si stabilì fra i due è evidente dal tono particolarmente intimo usato da Petrarca nella loro corrispondenza (sei
Epystole, quattro
Familiares e altre tre lettere escluse dall'epistolario).
Guglielmo accolse Petrarca a
Verona dopo la sua fuga da
Parma, nel 1345, e forse iniziò allora a fornire il suo prezioso aiuto alle ricerche bibliografiche dell'amico, che accompagnò anche per un tratto di strada (fino oltre Peschiera) nel viaggio di ritorno in Provenza. I due dovettero rivedersi per brevi periodi nelle successive residenze veronesi di Petrarca, ma Guglielmo declinò l'invito a recarsi pellegrino a
Roma per il
giubileo. Nel 1352 Petrarca gli affidò la cura del figlio
Giovanni, canonico a Verona fino al 1354, e a lui comunicò la morte del giovane nel 1361. Guglielmo gli sopravvisse solo di un anno.
(1) Guglielmo da Pastrengo, De viris illustribus et de originibus, a cura di Guglielmo Bottari, Padova, Antenore, 1991