PARMA

Il primo soggiorno parmense di Petrarca ebbe inizio, nel maggio 1341, in un'atmosfera trionfante: egli aveva appena ricevuto l'incoronazione poetica e l'amico Azzo da Correggio si era appena impadronito della città togliendola a Mastino II della Scala. Petrarca approfittò della generosa ospitalità concessagli da Azzo: si procurò a Selvapiana una dimora campestre simile a quella di Valchiusa e vi si rifugio per proseguire la composizione dell'Africa, fino al ritorno in Provenza nei primi mesi del 1342.
Il secondo soggiorno, cominciato nel dicembre 1343, non fu altrettanto felice: anche in questo caso Petrarca proveniva da Napoli, ma era reduce dalla triste impressione lasciatagli dalla città rimasta priva di Roberto d'Angiò. Alla ricerca di una sede, acquistò una casa in città con l'intenzione di stabilirvisi e attraversò un periodo letterariamente produttivo (lavorando, oltre che all'Africa, ai Rerum memorandarum libri). Tuttavia la posizione di Azzo da Correggio, che aveva ceduto Parma a Obizzo III d'Este contro il volere di Visconti e Gonzaga, diventava sempre più precaria: la città venne cinta d'assedio, e nel febbraio 1345 Petrarca riparò a Verona dopo una fuga avventurosa.
Nuove prospettive parmensi sembrarono aprirglisi con la nomina a canonico (1346) e poi arcidiacono (1348) della cattedrale e grazie ai buoni rapporti instaurati con il nuovo signore della città Luchino Visconti e con il suo governatore Paganino da Bizzozzero; ma la morte di entrambi nel 1349 e i crescenti contrasti con il vescovo Ugolino Rossi (ostile alla cerchia legata ad Azzo da Correggio) provocarono il distacco definitivo: dal 1348 al 1351 i soggiorni petrarcheschi a Parma ebbero un carattere provvisorio, mentre cresceva il ruolo alternativo giocato da altre città padane (Verona, Mantova, Padova), e inutile fu la lettera che nel dicembre 1351 Petrarca scrisse da Avignone a Ugolino Rossi per cercare una rappacificazione (Familiares IX 5). Ancora nel testamento, tuttavia, diede disposizioni per la sepoltura a Parma nel caso la morte lo avesse colto lì.

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