Lucrezia d’Este Bentivoglio

Lucrezia d’Este, figlia illegittima di Ercole I, sposa Annibale II Bentivoglio, primogenito di Giovanni II, il 29 gennaio 1487 a Bologna. In occasione del matrimonio Giovanni Sabadino degli Arienti compone il De Hymeneo. E’ un matrimonio memorabile, registrato minuziosamente dai cronisti del tempo e festeggiato con sontuosi banchetti nel palazzo di famiglia: vengono servite ben ventotto portate ed i cibi, su piatti d’oro e d’argento, prima di essere serviti sono esibiti in corteo sulla piazza di fronte al palazzo. Per conto del cardinale Ippolito d’Este l’Ariosto compie una missione nel 1506 a Bologna presso Lucrezia d’Este. Lo scopo dell’ambasceria è sconosciuto, visto che l’unico documento che attesta l’ambasceria è una nota di rimborso spese. Nonostante Lucrezia sia la sorella del duca Alfonso I costui non può muoversi a suo vantaggio per non suscitare il risentimento dell’iracondo Giulio II e anzi, mentre l’esercito della Chiesa si avvicina a Bologna, Alfonso si reca ad Imola a riverire il Papa. Il 2 novembre 1506 Annibale Bentivoglio e Lucrezia d’Este vengono cacciati da Bologna dalle truppe pontificie. A Lucrezia d’Este, cantata dai poeti Camillo Paleotti e Guido Silvestri detto il Postumo, è dedicato un passaggio in Orlando furioso XLII, 88-89: "Lo scritto d’oro esser costei dichiara / Lucrezia Bentivoglia; e fra le lode / pone di lei, che ‘l duca di Ferrara / d’esserle padre si rallegra e gode. / Di costei canta con soave e chiara / voce un Camil che ‘l Reno e Felsina ode / con tanta attenzion, tanto stupore, / con quanta Anfrisio udì già il suo pastore; / et un per cui la terra, ove l’Isauro / le sue dolci acque insala in maggior vase / nominata sarà da l’Indo al Mauro, / e da l’austrine all’iperboree case, / via più che per pesare il romano auro, / di che perpetuo nome le rimase: / Guido Postumo, a cui doppia corona / Pallade quinci, e quindi Febo dona".