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Percorso testuale   Home Page > Percorso testuale > L’esordio poetico latino > De diversis amoribus

De diversis amoribus

fotografia Il carme latino ariostesco più noto è l’elegia LIV, intitolata De diversis amoribus, databile al 1503. Il componimento, di chiara impostazione autobiografica, viene composto durante l’incarico del capitanato di Canossa, nello stesso torno di tempo in cui Ludovico concepisce il figlio illegittimo Giovanbattista dalla domestica Maria. L’estrema disinvoltura nel passaggio da un amore all’altro è il segno della dimensione mentale volubile e incostante del poeta, che passa indistintamente da un genere letterario a un altro, lascia gli studi giuridici per quelli poetici, passa dai servizi per la corte a quelli militari (‘Iuratusque pio celebri sub principe miles / excepto horrisonae martia signa tubae’, vv. 41-42). La mobilitas che caratterizza il poeta si esprime in un’incostanza di vita e di sentimenti che però tiene ferma e invariabile la fedeltà del poeta alla passione d’amore, quale che sia la donna destinataria della fiamma, come è scritto nell’ultimo verso dell’elegia: ‘igne tamen perpetue semper amo’. Il componimento, composto di 70 versi, esprime il senso di incompiutezza e di labilità del giovane Ariosto (‘Dum vaga mens aliud poscat, procul este, Catones’, v. 59) al suo primo incarico esterno presso gli Este, e sembra attraversato da una smania esistenziale che, verosimilmente, può ricollegarsi all’insoddisfazione del poeta per il suo incarico eremitico alla rocca di Canossa e alla lontananza obbligata dalle lezioni di Sebastiano dall’Aquila e dagli studi umanistici. Più che l’impronta oraziana si avverte in questo carme l’influsso dell’esametro catulliano e del distico elegiaco. Gli studiosi concordano nell’assegnare un valore autobiografico apprezzabile al carme, per quell’elogio della libertà intellettuale che sembra qui anticipare la stagione più matura della scrittura ariostesca, ma concordano allo stesso modo nel ritenere di gran lunga superiore la scrittura autobiografica in volgare degli anni successivi.

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