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Percorso testuale > Il culto dei contemporanei > De vita et moribus Domini Francisci Petracchi
De vita et moribus Domini Francisci Petracchi
Il culto delle grandi personalità letterarie e intellettuali è celebrato da Boccaccio con la composizione di biografie encomiastiche e commemorative. La Vita di San Pier Damiani, redatta su sollecitazione di Petrarca, propende per una lettura agiografica ed esemplare di fatti storico-biografici, che appare sostenuta da un accurato scavo filologico e antiquario. L’attitudine al recupero di materiali eruditi informa anche la scheda su Livio, che Boccaccio antepone alle Deche XXI-XXX nel codice Laurenziano LXIII 8.
Ben diversa è l’ispirazione del De vita et moribus, concepita come omaggio nei confronti del poeta laureato Petrarca e databile ante 1350, se non più precisamente intorno al 1341, anno dell’incoronazione poetica romana. L’atteggiamento di reverenza, già percepibile nell’epistola giovanile Mavortis milex, si conferma in questa biografia celebrativa, redatta prima delle conoscenza diretta con il letterato. La mediazione di amici e corrispondenti del poeta aretino, incontrati da Boccaccio durante gli anni del soggiorno napoletano, e, in particolare, la frequentazione di padre Dionigi da Borgo San Sepolcro costituiscono le fonti principali per la ricostruzione di un percorso biografico fortemente idealizzato. Al centro della storia delle vita di Petrarca è posta significativamente la sua vocazione letteraria, perseguita contro il volere della famiglia d’origine, come era stato anche per Boccaccio. Proiezioni autobiografiche si saldano con una concezione del magistero delle lettere giudicato alla stregua di un impegno civile e culturale, arrivando a disegnare in Petrarca un intellettuale “engagé” ante litteram. Se da un lato si pongono con il De vita le basi per la riflessione teorica sul significato della poesia, dall’altro contemporaneamente si alimenta in questo scritto quel sentimento profondo di ammirazione ed emulazione, che qualifica il legame tra i due autori nei termini di un ossequio deferente rivolto dal discepolo nei confronti del proprio maestro.
 
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