Le dieci giornate
Decameron
II. Le alterne vicende di Fortuna
Filomena governa la narrazione nella seconda giornata del Decameron, incentrata sulla presentazione di situazioni infelici e pericolose che si risolvono, inaspettatamente, in modo positivo. Il tema della Fortuna svolge la funzione di una matrice connettiva tra i vari casi, oggetto della decuria novellistica più “avventurosa” del Decameron. Scenari geografici disparati fanno da sfondo alle alterne vicende dei protagonisti, impegnati in un’azione narrativa che muove da Treviso al Polesine (1 e 2), dall’Inghilterra a Corfù (3, 8 e 4), da Napoli alla Lunigiana di Corrado Malaspina (5 e 6), da Genova a Monaco (9 e 10), prescindendo dalla peregrinatio orientale di Alatiel (7), che, da sola, tocca Maiorca, il Peloponneso, Egina, l’isola di Chios, Smirne, Rodi e Cipro. Il viaggio si rivela struttura portante della giornata e si connota nell’accezione metaforica di un nostos, ovvero di un ritorno, dopo molte peripezie, alla felicità, secondo quanto prescritto dalla parabola narrativa, assunta a tema fisso della giornata[1]. Molto presente è il modello del romanzo alessandrino e dell’avventura picaresca, che informano in modo deciso rispettivamente la storia di Alatiel e la disavventura napoletana di Andreuccio. L’affermarsi prepotente della figura del mercante[2], che nelle seconda giornata conta ben cinque presenze (Rinaldo d’Asti in 2, Landolfo Rufolo in 4, Andreuccio da Perugia in 5, Bernabò e Ambruogiuolo in 9), segna lo stravolgimento della quête romanzesca, piegata ironicamente nel Decameron all’acquisizione di un guadagno materiale a favore del protagonista di un’epopea mondana. Si conclude perciò con il ritrovamento di una cassetta di pietre preziose il naufragio di Landolfo Rufolo (4) e l’oggetto svolge la funzione di trait d’union con la novella successiva del perugino Andreuccio (5), che, giunto a Napoli per comprare cavalli viene derubato, ma chiude a suo favore la partita economica, entrando in possesso di un pregiato rubino.
[1]S. Zatti, Il mercante sulla ruota: la seconda giornata, in Introduzione al Decameron, a c. di M. Picone-M. Mesirca, Firenze 2004, pp. 79-97, in part. p. 96.
[2]V. Branca, Boccaccio medievale e nuovi studi sul Decameron, Firenze 19907.

