A Venezia con Isabella d’Este
Nel maggio del 1523 Castiglione accompagna la marchesa Isabella d’Este in visita a Padova e a Venezia. La gentildonna viene ospitata nella casa dell’eminente umanista Ermolao Barbaro. In questa occasione stringe rapporti personali con l’illustre Andrea Navagero, che dal 1516 è bibliotecario della Repubblica. Con Isabella e con Navagero Baldassarre si reca anche presso la bottega veneziana di Tiziano, dove la marchesa, confidando sul giudizio esperto dei suoi accompagnatori, progetta di acquistare un quadro raffigurante San Gerolamo. Ne resta testimonianza in una lettera che Isabella stessa, nel giugno di quell’anno, scrive a Giovan Battista Malatesta, ordinandogli di comperare l’opera per cento ducati: “Ringratiati aggiunge in nome nostro lo predecto messer Andrea de la amorevole opera et fatica che l’ha facto per noi circa il predecto quadro di S. Hieronimo, affermandoli che tal pictura ne sarà tanto più grata quanto è laudata da lui” (A. Luzio e R. Renier, La coltura e le relazioni letterarie di Isabella d’Este Gonzaga, a cura di S. Albonico, Milano 2005, 73).
In occasione di questo soggiorno, a nome di Isabella d’Este e di tutta la corte mantovana, Castiglione porge i saluti e le congratulazioni ufficiali al doge neoeletto, Andrea Gritti, che è succeduto a Antonio Grimani. Di fronte al doge, poi, Baldassarre perora la causa del duca di Urbino, che è desideroso di entrare al servizio della Repubblica di Venezia. Ne ottiene, per Francesco Maria Della Rovere, la nomina a capitano generale delle genti di terraferma dell’esercito veneto, sancita ufficialmente il 28 giugno. Si tratta di una condotta importante al servizio di uno stato potente, che mette Francesco Maria al riparo da eventuali mire sul suo ducato: egli diviene il maggiore condottiero della repubblica veneziana, che, nel tempo, lo ricambierà, oltre che con lauti compensi, ascrivendolo al patriziato cittadino e donandogli uno splendido palazzo. Di questa milizia di Francesco Maria rimane documento eccelso la statua che lo raffigura, opera di Giovanni Bandini, la quale orna il Cortile maggiore del Palazzo Ducale di Venezia.

