Carlo di Valois
Figlio di Filippo III, re di Francia, e di Isabella d’Aragona, fratello di Filippo il Bello, Carlo di Valois (Valenciennes, 1270 Le Perray, 1325) è passato alla storia con il soprannome spregiativo di “Senzaterra”, dovuto al fatto che nella sua vita non riuscì ad ottenere nessuna delle corone per le quali si candidò: sposato con Margherita, figlia di Carlo II d’Angiò, fu costretto a rinunciare al trono di Sicilia con il patto d’Anagni (1294); in seguito, per ben due volte nel 1308, come successore di Alberto d’Asburgo, e nel 1313, dopo la morte di Arrigo VII il mancato appoggio del papato non gli consentì di raggiungere il soglio imperiale, destinandolo definitivamente ad una vita ai margini della storia. Nel 1301 fu inviato dal fratello in Sicilia a reprimere i movimenti filoaragonesi, ma la sua spedizione, pur registrando diverse vittorie, si concluse nell’estate dell’anno successivo con una resa, che lo costrinse a firmare la pace di Caltabellotta.
Nel frattempo, però, papa Bonifacio VIII aveva approfittato della sua presenza in Italia per inviarlo a Firenze, in qualità di paciere, per sedare le lotte tra le fazioni guelfe dei Bianchi e dei Neri. Qui, Carlo, esaudendo le richieste segrete del pontefice, represse duramente il partito dei Bianchi con una lunga sequela di esili, di uccisioni, di confische e di incendi, favorendo, così, il trionfo dei Neri. Tali violenze, com’è noto, coinvolsero anche Dante, che si era espresso più volte molto duramente negli organi comunali contro la presenza di Carlo di Valois a Firenze.
Nella Commedia il principe angioino è ricordato a Purg., XX 70-77, dove è paragonato addirittura a Giuda: nel ferire la città egli ha infatti adoperato lo stesso strumento che utilizzò il traditore di Cristo, la lancia del tradimento.

