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percorso biografico   Home Page > Percorso biografico > 1310-1321 > Arrigo VII

Arrigo VII

fotografia Eletto, sul finire del 1308, re di Germania e, in seguito, incoronato imperatore da papa Clemente V, nel dicembre del 1310, a Milano, Arrigo VII di Lussemburgo (1275-1313) rappresenta per Dante una nuova speranza, non solo perché il nuovo sovrano si dichiara interessato a restaurare nella penisola italiana l’autorità imperiale e la pace, ma anche perché la sua elezione sembra nascere nel segno di un equilibrio tra il potere temporale e quello spirituale. In una lettera dell’autunno del 1310, indirizzata a tutta la nobiltà d’Italia, infatti, il poeta saluta l’imperatore come un “nuovo Mosè” che viene per salvare il suo popolo dagli odii e dalla distruzione (Epistola, V).

Ben presto, però, il piano di Arrigo si rivela un’ennesima illusione. Al favore e agli omaggi con cui il sovrano è accolto sia da parte guelfa che ghibellina all’indomani dell’incoronazione, seguono forti opposizioni: la prima ad insorgere è Milano, alla quale si associano rapidamente altre città padane, mentre Firenze, dominata dalla fazione dei Neri, cerca di intrecciare alleanze antimperiali con il papa, ormai trasferitosi ad Avignone, e con il re di Napoli, Roberto d’Angiò. Indignato Dante invia nel marzo 1311 una lettera durissima agli “scelleratissimi Fiorentini” (Epistola, VI), cui fa seguire subito dopo, a metà aprile, un’altra missiva allo stesso Arrigo, suggerendogli di concentrarsi unicamente su Firenze, radice di tutti i mali (Epistola, VII). Dal canto suo, nel settembre di quello stesso anno, il comune fiorentino, impaurito dall’esercito imperiale, decide di richiamare in patria gli esuli, emanando un’amnistia generale, dalla quale Dante è naturalmente escluso. Dopo diversi combattimenti, l’avanzata delle truppe imperiali è interrotta dalla morte di Arrigo, avvenuta per malaria, a Buonconvento presso Siena, il 24 agosto del 1313. Ad Arrigo VII, sfortunato simbolo del suo ideale politico, Dante assegnerà addirittura, come si legge in Par., XXX, un seggio nell’Empireo.

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