Speranza
Sono basati sul concetto di speranza (un sentimento tipico della gioventù) due tra i più famosi testi leopardiani: nei Canti, Il sabato del villaggio; nelle Operette morali, il Dialogo di un venditore d’almanacchi e di un passeggere. Indimenticabile è poi il paragone tra la morte della giovane Silvia e la morte della speranza del poeta nel Canto A Silvia.
Nello Zibaldone il tema della speranza è al centro di numerosi pensieri:
Solo un adolescente ha la “speranza riposata e certa di un avvenire molto migliore”, massima felicità del mondo [76, 85, 3440-1]] nella speranza il bene lontano è sempre maggiore del vicino [105, 612] oggi non la provano i savi, ma gli ignoranti [162, 169] “La speranza non abbandona mai l’uomo in quanto alla natura. Bensì in quanto alla ragione” [183] anche nelle maggiori disgrazie l’uomo mantiene sempre “una scintilla, una goccia di lei” [285] “è meglio del piacere, contenendo quell’indefinito, che la realtà non può contenere” [1017] “La speranza di un piccolo bene, è un piacere assolutamente maggiore del possesso di un bene grande già provato” [1464] non è mai esclusa, neanche in chi è più disperato (ad esempio i suicidi sperano di essere compianti) [1546-8, 1551-2, 4146] la speranza deriva dall’amor proprio [2315-6, 4145-6] nella speranza e nell’attesa del meglio consiste tutto il piacere umano [2526-7] non essendo ragionevole nutrirla in questa vita, l’uomo l’ha spostata al di là della morte [3028]; ma i desideri umani sono terreni, dunque le speranze proposte dal cristianesimo non possono consolare [3497-509] le lingue hanno poche parole per esprimere la speranza, moltissime per esprimere il timore: prova di come l’uomo sia più inclinato a quest’ultimo [4123] sperare per se stessi è fondamento dell’interesse per gli altri [4238] “speranza vergine, incolume” in una giovane dai sedici ai diciotto anni [4301] “Chi nulla spera, non sente, e non compatisce” [4489].

