titolo Ludovico Ariosto

Consalvo

Composto (in centocinquantuno endecasillabi sciolti) forse nel 1832 a Firenze, e pubblicato la prima volta nell’edizione di Napoli 1835, fa parte del cosiddetto “ciclo di Aspasia”, i Canti ispirati all’amore per Fanny Targioni Tozzetti (oltre al Consalvo, Il pensiero dominante, Amore e Morte, A se stesso, Aspasia); ma da quelli si distanzia per diversi aspetti, non ultimo il carattere “patetico” e melodrammatico e l’andamento quasi narrativo (Consalvo, morente, domanda un bacio ad Elvira, da lui invano lungamente amata; e lo ottiene).

Non a caso Leopardi spostò Consalvo, nella sistemazione del libro dei Canti, al diciassettesimo posto, dopo gli Idilli e prima di Alla sua Donna: per una sua vicinanza “sentimentale” ad alcuni Idilli. In particolare, non sfuggirà la connessione con Il sogno: l’unico altro Canto in cui Leopardi descriva un bacio:

... concedi, o cara,

che la tua destra io tocchi. Ed ella, in atto

soave e tristo, la porgeva. Or mentre

di baci la ricopro, e d’affannosa

dolcezza palpitando all’anelante

seno la stringo, di sudore il volto

ferveva e il petto, nella fauci stava

la voce, al guardo traballava il giorno. (Il sogno, vv. 79-86)

E quel volto celeste, e quella bocca,

già tanto desiata, e per molt’anni

argomento di sogno e di sospiro,

dolcemente appressando al volto afflitto

e scolorato dal mortale affanno,

più baci e più, tutta benigna e in vista

d’alta pietà, su le convulse labbra

del trepido, rapito amante impresse. (Consalvo, vv. 67-74)

La critica, quasi concorde, a partire da Giosue Carducci, nella svalutazione del Canto, ha ricordato precedenti del topos del bacio ad un morente in opere di numerosi autori, a partire da Teocrito fino al provenzale Jaufré Rudel e a Torquato Tasso; ma ha sottolineato in particolare il rimando al poema secentesco Il conquisto di Granata di Girolamo Graziani, antologizzato da Leopardi nella Crestomazia poetica.


La fede battesimale dell’Ariosto, da M. Catalano, Vita di Ludovico Ariosto ricostruita su nuovi documenti, vol. I, Genève, L. Olschki, 1930-1931, p. 39

Consalvo, vv. 1-12: autografo conservato nella Biblioteca Nazionale «Vittorio Emanuele III» di Napoli. Fonte: Giacomo Leopardi, Canti, vol. 2, edizione fotografica degli autografi, a cura di Emilio Peruzzi, BUR, Milano 1998.

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