Corpo
L’attenzione al “corpo” è sempre stata forte in Leopardi, certo a causa del suo materialismo (per cui anche il pensiero è attività “organica”), ma, è innegabile, anche per motivi autobiografici. La propria infelice condizione fisica, di cui scrive più volte (negli “autoritratti” e in molte lettere, ricche di notizie sulle proprie malattie) e alla quale allude anche in diversi Canti, in quanto causa dell’impossibilità di essere amato (indirettamente, come nella Saffo, o esplicitamente, come nella Sera del dì di festa), lo rese particolarmente attento al tema.
D’altra parte, Leopardi più volte dovette contestare la consolatoria affermazione secondo cui il suo pessimismo sarebbe derivato non dalla sua ricerca filosofica ma dalle sue infelici condizioni di vita: ad esempio nella Palinodia e in una importante lettera del 24 maggio 1832 a Louis de Sinner.
Nello Zibaldone il tema è affrontato soprattutto in rapporto all’antichità:
“il vigore del corpo nuoce alle facoltà intellettuali, e favorisce le immaginative, e per lo contrario l’imbecillità del corpo è favorevolissima al riflettere” [115, 3921-7] grande è stata l’importanza (e considerazione) del corpo presso gli antichi [125, 628] rispetto all’antichità, oggi è indebolito [163-4, 830, 1597-602, 2413, 4289, 4291] “L’uomo d’immaginazione di sentimento e di entusiasmo, privo della bellezza del corpo, è verso la natura appresso a poco quello ch’è verso l’amata un amante ardentissimo e sincerissimo, non corrisposto nell’amore” [718-20] a causa della civiltà, l’imperfezione corporea cresce, ed è molto maggiore negli uomini che in ogni altra specie [1775-6, 3179-82] “In somma se il nostro corpo è tutto in mano della fortuna, e soggetto per ogni parte all’azione delle cose esteriori, temeraria cosa è il dire che l’animo, il quale è tutto e sempre soggetto al corpo, possa essere indipendente dalle cose esteriori e dalla fortuna” [2800-3, 3202-3] diversità corporee tra settentrionali e meridionali [3247-8].

