titolo Ludovico Ariosto

Scritti autobiografici

Per lungo tempo Leopardi accarezzò il progetto di un romanzo autobiografico, che però non portò mai a termine; queste due istanze, autobiografica e romanzesca, sfociarono la prima in alcuni Canti, la seconda paradossalmente nel più grande “anti-romanzo” ottocentesco, le Operette morali.

Leopardi stese comunque due testi autobiografici particolarmente interessanti. Il primo, e unico compiuto, chiamato dagli editori Diario (o Memorie) del primo amore, è una minuziosissima analisi del sentimento amoroso provato da Leopardi nei confronti della cugina di Monaldo, Geltrude Cassi, composta a Recanati fra il 14 e il 23 dicembre 1817 (con una appendice del 2 gennaio ’18), durante la visita della cugina a Recanati (esperienza che frutterà anche il Canto Il primo amore).

Il secondo testo, steso tra il marzo e maggio 1819, comunemente chiamato Ricordi d’infanzia e di adolescenza (D’Intino lo intitola Vita abbozzata di Silvio Sarno), è costituito da una serie di appunti memorialistici, quasi una trascrizione in presa diretta di impressioni e ricordi di gioventù condotta in vista di una futura autobiografia (un esempio: “... Compassione per tutti quelli ch’io vedeva non avrebbono avuto fama, Pianto e malinconia per esser uomo, tenuto e proposto da mia madre per matto, compassione destata in Pietruccio sulle mie ginocchia, ...”).

Anni dopo, Leopardi provò ancora a comporre testi autobiografici, ma non andò oltre il frammento: forse del 1820 è un Supplemento alla Vita del Poggio; forse del 1822-23, al tempo del soggiorno romano, è il Supplemento alla Vita abbozzata di Silvio Sarno; probabilmente del 1825 è la Storia di un’anima scritta da Giulio Rivalta pubblicata dal Conte Giacomo Leopardi, di cui restano solo il Proemio e una frase del Capitolo I, Fanciullezza di un’anima: “Del mio nascimento dirò solo ... che io nacqui di famiglia nobile in una città ignobile della Italia”.

L’edizione critica di riferimento è curata da Franco D’Intino (Salerno Ed., Roma 1995).


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