Carlo Leopardi
Secondogenito di Monaldo e Adelaide Antici, Carlo nacque a Recanati nel 1799 e vi morì nel 1878. Carlo e Paolina, data la vicinanza d’età, furono i compagni inseparabili dei primi giochi e dei primi studi di Giacomo (dopo loro tre, nacquero ancora sette fratelli, ma solo due sopravvissero, Luigi e Pierfrancesco).
Carlo in particolare è per Giacomo, soprattutto durante la giovinezza, un vero amico, oltre che un fratello (“è un altro me stesso” scrive a Giordani il 26 settembre 1817): come testimoniano le numerose lettere speditegli, in particolare durante il soggiorno a Roma del 1822-23. Sono lettere nelle quali Giacomo apre totalmente al fratello il proprio cuore, confidandosi, comunicandogli i propri giudizi sulla città e sui romani (e in particolare sulle donne romane), condividendo con lui le proprie sensazioni, come nella famosa lettera del 20 febbraio 1823 sulla visita al sepolcro del Tasso, e rivolgendogli più volte vibranti richieste d’affetto (“Senti, Carlo mio, se potessi esser con te, crederei di potere anche vivere, riprenderei un poco di lena e di coraggio, spererei qualche cosa, e avrei qualche ora di consolazione. ... Amami, per Dio. Ho bisogno d’amore, amore, amore, fuoco, entusiasmo, vita”, scrive il 25 novembre 1822).
Nel 1829, Carlo si sposò, contro il volere della famiglia, con la cugina Paolina Mazzagalli, e lasciò la casa paterna. Circa dall’anno precedente, i rapporti epistolari con Giacomo si erano quasi interrotti; e l’ultima lettera di Giacomo a lui che si sia conservata è del 1831.
Rimasto vedovo, Carlo sposò in seconde nozze Teresa Teja, che nel 1882 avrebbe pubblicato, basandosi sui racconti di lui, delle Note biografiche sopra Leopardi e la sua famiglia (Dumolard, Milano), vòlte a difendere la famiglia dalle accuse di indifferenza per la sorte di Giacomo (si ricordi che nel 1880 era uscito Sette anni di sodalizio con Giacomo Leopardi di Antonio Ranieri).

