Geltrude Cassi Lazzari
Geltrude Cassi (1791-1853), e suo fratello Francesco (1768-1846), erano cugini di Monaldo. Geltrude sposò nel 1808 il conte Giovanni Giuseppe Lazzari (la loro figlia Vittoria Lazzari Regnoli sarebbe poi divenuta amica e corrispondente di Paolina).
Tra l’11 e il 14 dicembre 1817, una visita della famiglia Lazzari a palazzo Leopardi fu occasione del primo innamoramento di Giacomo. Ecco come egli descrive il proprio stato d’animo e l’incontro con Geltrude nel Diario del primo amore, composto tra il 14 e il 23 dicembre:
Io cominciando a sentire l’impero della bellezza, da più d’un anno desiderava di parlare e conversare, come tutti fanno, con donne avvenenti, delle quali un sorriso solo, per rarissimo caso gittato sopra di me, mi pareva cosa stranissima e maravigliosamente dolce e lusinghiera: e questo desiderio nella mia forzata solitudine era stato vanissimo fin qui. Ma la sera dell’ultimo Giovedì, arrivò in casa nostra ... una Signora Pesarese ... di ventisei anni ... alta e membruta quanto nessuna donna ch’io m’abbia veduta mai, di volto però tutt’altro che grossolano, lineamenti tra il forte e il delicato, bel colore, occhi nerissimi, capelli castagni, maniere benigne, e, secondo me, graziose, lontanissime dalle affettate ...
Nessuna confidenza naturalmente ci fu tra i due, e l’amore di Leopardi fu passeggero (rivedendola nel ’18, non provò alcuna passione; e scrisse di lei a Carlo quasi dieci anni dopo, il 30 aprile ’27: “Geltrude si mantiene perfettamente, anzi è meno grassa e più florida di quando la vedemmo l’ultima volta”).
Ciò che è importante per noi lettori è il risultato creativo di quell’esperienza: il Diario del primo amore, il Canto Il primo amore, e l’Elegia II, parzialmente ripresa nel Frammento XXXVIII. E forse, la figura di Geltrude si riverbera ancora nell’immagine della Natura, nell’Operetta Natura e Islandese: “una forma smisurata di donna ... di volto mezzo tra bello e terribile, di occhi e di capelli nerissimi”.

