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Lo Spartaco

Fra il 1821 e il 1822 l’attività creativa del Manzoni fu molto intensa e si realizzò, con pari riuscita, nei vari generi letterari da lui frequentati. Egli fu insieme, negli stessi mesi o giorni, lirico, drammaturgo e romanziere. Il rapporto che lega la poesia, il teatro e il romanzo nella biografia intellettuale dello scrittore è un rapporto di superamento dall’un genere all’altro. Manzoni inizia infatti come lirico, poi diviene un tragediografo e infine passa alla narrazione romanzesca. Ma in quel 1821 i generi erano coesistenti fra loro e non era affatto chiaro, allo stesso scrittore, quale genere egli avrebbe in futuro privilegiato. Una fase di incertezza coinvolse proprio la composizione del romanzo, poiché Manzoni, dopo averne iniziato la prima stesura, la interruppe, non solo per dedicarsi alla revisione della sua seconda tragedia, l’Adelchi, ma anche per lavorare al progetto di una terza tragedia, ancora di argomento storico, incentrata sulla vicenda di Spartaco, il gladiatore ribelle che nel I secolo a.C. radunò contro Roma un numeroso esercito di schiavi e fu sconfitto solo dopo una guerra che impegnò duramente le forze dei Romani. Di questo nuovo dramma (che ancora una volta aveva a protagonista un eroe in lotta impari con il Potere e con lo Stato) Manzoni ha lasciato gli appunti autografi, contenenti passi dalle fonti storiche di riferimento e la divisione in cinque “epoche principali” della vicenda (che avrebbero probabilmente costituito i cinque atti regolari della tragedia). Il nuovo progetto tragico minacciò di far accantonare al Manzoni l’impresa del romanzo. In una lettera del 3 novembre 1821, quando il Fermo e Lucia era ancora bloccato ai primi due capitoli, egli scrisse al Fauriel dicendogli che, una volta terminata la correzione dell’Adelchi, egli si sarebbe dedicato o al romanzo o allo Spartaco, a seconda della propria disposizione verso l’uno o l’altro dei due lavori. Solo dopo l’aprile del 1822 Manzoni abbandonò definitivamente il progetto della tragedia e si occupò con continuità dell’opera narrativa.

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