|
 |
Home Page >
Percorso biografico > La stagione ferrarese > Il cardinale Luigi d’Este
Il cardinale Luigi d’Este
Figlio anch’egli di Ercole II e di Renata di Francia, fu destinato per la sua posizione di cadetto alla carriera ecclesiastica. La porpora cardinalizia, che gli era stata promessa sin dalla nascita (1538), gli venne assegnata nel 1561, ma intanto Luigi aveva messo insieme una formazione culturale ricca e iniziato una vita pubblica elegante e dispendiosa da protettore delle arti. Di carattere difficile e di costumi non riservati, spesso distante dal fratello Alfonso, tentò in più occasioni di sottrarsi al percorso ecclesiastico, e di conquistare un matrimonio importante, prima di rassegnarsi all’amministrazione delle proprie ricchezze. Alla sua attività di mecenate spetta l’aver favorito la tradizione delle pastorali ferraresi (con il suo sostegno vennero composte e rappresentate l’Aretusa di Lollio nel 1561 e Lo sfortunato dell’Argenti nel 1567) e soprattutto la protezione garantita al giovane Tasso a partire dalla fine del 1565. Al servizio del cardinale, cui aveva già dedicato il Rinaldo, il poeta portò avanti, in una stagione di relativa tranquillità, punteggiata da diverse attività a corte, la composizione del Goffredo. Dopo il viaggio in Francia del 1570 iniziò il passaggio nell’orbita del duca Alfonso, mentre il cardinale, che a lungo si trattenne a Parigi, benedì la transizione. Il rapporto rimase buono, e il Tasso si rivolse al cardinale anche nel periodo della prigionia, dedicandogli nel tempo un gruppo di componimenti encomiastici (come si legge in Rime, 1259-1261).
 
|
|
 |
 |
 |
 |
 |
 |
 |
    |