Ariosto
«L’Ariosto, che partendo dalle vestigie de gli antichi scrittori e dalle regole d’Aristotele, ha molte e diverse azioni nel suo poema abbracciate, è letto e riletto da tutte le età, da tutti i sessi, noto a tutte le lingue, piace a tutti, tutti il lodano, vive e ringiovinisce sempre nella sua fama, e vola glorioso per le lingue de’ mortali » (T. Tasso, I discorsi dell’arte poetica e del poema eroico, a cura di L. Poma, Bari, Laterza, 1964, 22-23). Così il Tasso giovane esprimeva in poche frasi sia il successo universale del Furioso, il suo offrirsi ancora nella seconda parte del secolo come modello di poesia, sia la sua “irregolarità”, quell’essersi allontanato non solo dai modelli classici ma soprattutto dalle regole di Aristotele. La duplice ottica, di una felicità di esiti per poesia e di una sostanziale eccentricità in termini di poetica, avrebbe caratterizzato anche negli anni successivi la ripresa tassiana di quel precedente. Già nei I discorsi dell’arte poetica, entrando nel merito della costruzione della favola, Tasso rivolgeva in modo pacato ma fermo al poema ariostesco la doppia accusa di incompiutezza (si trattava di una «giunta» all’Innamorato del Boiardo, da cui l’Ariosto aveva ripreso i fili della narrazione) e di dismisura, essendo i quarantasei canti del Furioso, giostrati dall’intelligenza ariostesca, troppo intrecciati e complessi per la memoria di un lettore comune. Nel concreto poi della composizione della Gerusalemme il Tasso avrebbe cercato una soluzione interna ai «precetti dell’arte», progressivamente allontanando episodi e avventure che avessero una chiara impronta romanzesca. Esemplare della volontà di perseguire un progetto autonomo, entro una ammirazione senza riserve per l’autore del Furioso sia la lettera a Orazio Ariosto, discendente del poeta, del 16 gennaio 1577 (T. Tasso, Lettere, a cura di C. Guasti, 5 voll., Firenze, Le Monnier, 1852-55, vol. I, 245-246), sia l’attenzione tassiana ad evitare ogni polemica nei confronti del precedente ariostesco nel corso della polemica con la Crusca, che proprio dal confronto tra Furioso e Liberata aveva preso le mosse.

