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Leonardo Salviati
Nato a Firenze nel 1540 e presto inserito nei circoli della migliore cultura cittadina (fu diretto discepolo di Benedetto Varchi), Leonardo Salviati animò prima le riunioni dell’Accademia Fiorentina e fu poi tra i fondatori dell’Accademia della Crusca (1582). Alla metà degli anni ’70, quando entrò in contatto con il Tasso, aveva al suo attivo il Primo libro dell’orazioni (1567) e la stampa di diverse lezioni accademiche recitate pubblicamente. Il Tasso, impegnato nella revisione, si rivolse al letterato fiorentino per una questione nevralgica quale quella del livello stilistico conveniente ad un’epica in lingua volgare (T. Tasso, Lettere poetiche, a cura di C. Molinari, Parma, Guanda, Fondazione Pietro Bembo, 1995, 474-76), giusto nel momento in cui il Salviati lavorava ad un poderoso commento alla Poetica di Aristotele che sarebbe rimasto inedito. Questa iniziale collaborazione si rovesciò in schieramenti opposti: quando Camillo Pellegrino pubblicò il Carrafa con un elogio del poema tassiano a fronte del precedente del Furioso, il Salviati, sotto il nome di Infarinato, pubblicò il De gli Accademici della Crusca difesa dell’Orlando Furioso dell’Ariosto, apparso nel febbraio del 1585, e rispose ancora puntualmente all’Apologia con cui il Tasso aveva preso propria posizione nella polemica (Dello Infarinato ... risposta all’Apologia di Torquato Tasso, Firenze, 1585). Simbolico, in questo quadro, fu che Salviati venisse chiamato alla corte estense nel marzo del 1587, pochi mesi dopo la liberazione del Tasso.
 
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