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percorso biografico   Home Page > Percorso biografico > Gli amori e gli affetti > Giovanni Fusari

Giovanni Fusari

Arciprete di Sant’Agata sul Santerno, nel ravennate, e vecchio amico della famiglia Ariosto, è una figura affettiva di riferimento per Ludovico. L’amicizia con gli Ariosti nasce probabilmente nel 1495 quando Niccolò Ariosto è commissario a Lugo di Romagna, non molto distante da Sant’Agata. Nel 1499 Giovanni Fusari si reca a Ferrara e nomina suo procuratore Niccolò Ariosto perché gli acquistasse alcune case. Dopo la morte del padre del poeta, il Fusari continua a intrattenere relazioni con i figli dell’amico, in particolare con Ludovico verso il quale nutre stima e ammirazione incondizionata. Il nome di Giovanni Fusari è legato alla complicata questione dell’eredità del beneficio di Sant’Agata sul Santerno. Alla morte di Giulio II, nel 1513, l’Ariosto si reca a Roma con gli ambasciatori estensi per congratularsi col nuovo papa Leone X e chiedere un supporto economico. Ottiene indietro solo una promessa dilazionata nel tempo: ovvero la garanzia di poter succedere al beneficio di Sant’Agata sul Santerno una volta morto il titolare in carica, ovvero l’amico di famiglia Giovanni Fusari. Un’evidente allusione al beneficio di Sant’Agata e ai problemi ad esso connessi è contenuta in Satire II, vv. 130-135. Questo beneficio è oggetto di molte attenzioni e di molti appetiti e l’arciprete Fusari teme di finire ucciso. Per questo, una prima volta nel 1503, si era dimesso a favore del vescovo Felino Sandeo, e una seconda volta, dopo la morte del Sandeo, ripete l’operazione a vantaggio di Ludovico Ariosto. Ma il poeta non può usufruire di alcun beneficio finché il Fusari è in vita. Le questioni relative a questo beneficio risultano molto più complicate del previsto e si prolungano negli anni successivi fino a quando, nel 1524, il poeta vi rinuncia a favore del figlio quindicenne Virginio, che entra nel pieno possesso della rendita alla morte di Fusari, sopravvenuta presumibilmente nel 1527.

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