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percorso biografico   Home Page > Percorso biografico > La famiglia di origine > Niccolò Ariosto

Niccolò Ariosto

fotografia Padre di Ludovico, nasce a Ferrara verso il 1433 da Rinaldo. Rimane ben presto orfano passando sotto la tutela dello zio paterno Giacomo. Nel 1462 entra al servizio dei Gonzaga con i quali la famiglia Ariosto aveva buone relazioni di amicizia. Tra il 1464 e il 1471 svolge attività di collegamento tra la corte estense ferrarese e la corte dei Gonzaga di Mantova. Il rapporto di reciproca fiducia si incrina sul versante mantovano quando nel 1471, dopo la morte di Borso, su ordine di Ercole d’Este, tenta di avvelenare a Mantova Nicolò d’Este pretendente alla successione di Borso, spalleggiato dai Gonzaga. Nel dicembre del 1471 la carriera presso i Gonzaga si interrompe ed è costretto a riparare a Ferrara. Nonostante il fallimento della congiura, Ercole I d’Este lo ricompensa con l’ufficio di capitano della cittadella di Reggio. L’incarico, ottenuto nel gennaio del 1472, gli consente di entrare in contatto con il Boiardo. Nel 1473 sposa la ventenne Daria Malaguzzi Valeri
da cui ha dieci figli; ha anche una undicesima figlia, Anna, nata fuori dal matrimonio. Tra il 1474 e il 1480 acquista numerosi poderi nelle campagne intorno a Reggio, suscitando polemiche per la sua spregiudicatezza economica. Nel 1480 viene trasferito al capitanato di Rovigo. Durante la guerra scoppiata nel 1482 tra la Repubblica di Venezia e gli Estensi, deve abbandonare Rovigo. Si trasferisce a Masi nel Polesine, dove possedeva una fattoria, riuscendo in un secondo momento ad ottenere l’incarico di tesoriere generale delle milizie. Nel 1486 compra la carica di giudice dei XII Savi e diviene capo dell’amministrazione comunale di Ferrara. Di fronte al malanimo dei Ferraresi per il suo modo di agire, si dimette nel 1488 ottenendo per un biennio il capitanato di Modena. Torna a Ferrara nel 1492 e nel 1496 ottiene il commissariamento di Romagna, incarico remunerativo ma rapidamente perso per la durezza e l’opacità della sua condotta. Fino al 1499 è escluso dalle cariche pubbliche ma torna tesoriere a metà di quell’anno. Muore nel febbraio del 1500.

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