Decameron
Verso una “teatralizzazione” del racconto
I capilettera toccati di giallo evidenziano nell’autografo hamiltoniano delle porzioni testuali semanticamente concluse, simili ai paragrafi della prosa contemporanea[1]. Il loro impiego si registra con una certa regolarità, dovuta probabilmente al rispetto di norme di scuola, in presenza del costrutto anaforico, nella maggior parte dei casi pronominale; altrettanto costante è il ricorso alle stesse maiuscole per introdurre i periodi che iniziano con una congiunzione, sia essa copulativa, causale, o avversativa, quanto per segnalare la presenza del discorso diretto o di una proposizione esclamativa.
Altra caratteristica riscontrabile nella modalità di suddivisione del testo adottata da Boccaccio è la tendenza a far iniziare le partizioni narrative, segnate dalla maiuscola semplice toccata di giallo, con la menzione del personaggio che, nella sequenza individuata, risulta protagonista dell’azione. Si riconnette con questo accorgimento la concatenazione degli eventi narrati alla responsabilità dei singoli attanti, che risultano i veri motori dell’azione.
Provando a leggere la novella secondo le partizioni del manoscritto, il racconto assume perciò una nuova dinamicità, di tipo direi “teatrale”. L’accorgimento formale della lettera maiuscola richiama infatti l’attenzione del lettore sui nomi dei personaggi, mettendo così in rilievo il gioco delle parti sotteso alla trama, con il risultato di un’evidente teatralizzazione del racconto. Questa frammentazione della novella, nella sua logica precisa, potrebbe essere stata pensata anche come suggerimento per la lettura. Venisse il testo declamato ad alta voce o fosse esso piuttosto destinato alla fruizione silenziosa, l’evidenziazione grafica delle unità semantiche rimane in entrambi i casi un’indicazione possibile per la performance del narrato. Quanta importanza Boccaccio riconoscesse all’esecuzione delle novelle, tanto da considerarla una delle caratteristiche precipue del genere, emerge con evidenza dall’esempio di Madonna Oretta (VI, 1).
[1] T. Nocita, Per una nuova paragrafatura del testo del Decameron. Appunti sulle maiuscole del cod. Hamilton 90 (Berlin, Staatsbibliothek Preußischer Kulturbesitz), “Critica del Testo”, II/3 (1999), pp. 925-934; Ead., La redazione hamiltoniana di Decameron I 5. Sceneggiatura di una novella, in Il racconto nel Medioevo romanzo. Atti del Convegno, Bologna, 23-24 ottobre 2000, Con altri contributi di Filologia romanza, Bologna 2002, pp. 351-366 [“Quaderni di Filologia Romanza”, 15 (2001)]; Ead. in collaborazione con T. Crivelli, Teatralità del dettato, stratificazioni strutturali, plurivocità degli esiti: il Decameron fra testo, ipertesto e generi letterari, in Autori e lettori di Boccaccio. Atti del Convegno internazionale di Certaldo, Certaldo, 20-22 settembre 2001, a c. di M. Picone, Firenze 2002, pp. 209-233.

