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Percorso tematico   Home Page > Percorso tematico > Lo straniero > Le devastazioni barbariche

 Le devastazioni barbariche

fotografia Nella lettera a Leone X sulla conservazione delle rovine architettoniche della classicità, scritta a quattro mani da Castiglione con Raffaello, spicca il lamento per le devastazioni perpetrate dai barbari ai danni dei monumenti della Roma antica: “Onde quelle famose opere che oggidì più che mai sarebbono floride e belle, furono dalla scellerata rabbia e crudele impeto de’ malvagi uomini, anzi fiere, arse e distrutte: sebbene non tanto che non vi restasse quasi la macchina del tutto, ma senza ornamenti e, per dir così, l’ossa del corpo senza carne” (F.P. Di Teodoro, Raffaello, Baldassar Castiglione e la Lettera a Leone X, Bologna 1994, 146). Si tratta di un tema tipico della cultura umanistica, che compare già negli scritti di Flavio Biondo e Poggio Bracciolini. Ma simile distruzione, perpetrata da “Gotti, Vandali, e d’altri tali perfidi nemici”, assume agli occhi di Castiglione un rilievo simbolico: è l’emblema dello scontro drammatico, e archetipico (destinato, cioè, a ripetersi perpetuamente nella storia) tra due mondi e due civiltà, l’una, quella romana, giunta al vertice del proprio splendore, e l’altra, quella degli invasori, rude e primitiva, selvaggia e feroce.

Il prevalere di questi ultimi, come si osserva nella lettera a Leone X, porta con sé non solo la rovina delle opere e dei monumenti del passato, ma anche un rapido decadimento di tutte le arti, tale che un’intera tradizione, in breve tempo, è ridotta in cenere. L’incendio di Roma da parte dei barbari è, insieme, reale e metaforico, poiché trasforma in polvere sia i monumenti che la coscienza estetica che li ha ispirati: “poiché Roma da’ barbari in tutto fu ruinata e arsa, parve che quello incendio e misera ruina ardesse e ruinasse, insieme con gli edifici, ancor l’arte dello edificare” (ed. cit., p. 149). L’effetto di queste devastazioni è l’imbarbarimento di una nazione, con la perdita dell’ingegno e di ogni ricordo degli antichi splendori. La questione, agli occhi, di Castiglione, assume però scottante attualità, alla luce delle più recenti invasioni, in Italia, a opera degli eserciti francesi e spagnoli.

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