La Monarchia: struttura e contenuti
La Monarchia è un trattato latino in 3 libri, imprescindibile per la ricostruzione del pensiero politico dantesco e strettamente connesso alle argomentazioni del IV trattato del Convivio e ad alcuni temi fondamentali della Commedia. Scritta sicuramente dopo l’esilio, la sua datazione è ancora controversa. A una cronologia alta, tra il 1307 e il 1308, proposta da Nardi, si oppongono altri studiosi propensi ad assegnare, anche sulla scorta di un’informazione del Boccaccio, il trattato al 1312-13, in concomitanza con la discesa in Italia di Arrigo VII. Altri ancora, tra cui l’editore critico Ricci, ritenendo autentico un inciso del I libro, in cui si legge “sicut in Paradiso Comedie iam dixi”, assegnano il trattato al 1316-17, in relazione dunque con l’elezione di papa Giovanni XXII e con la ripresa delle discussioni sull’autorità di papato e impero.
Ogni libro svolge con grande rigore argomentativo un tema fondamentale. Nel I si sostiene la necessità dell’impero, unica istituzione in grado di garantire la pace e di esercitare la giustizia, anche perché l’imperatore, possedendo tutto, è estraneo alla cupidigia. Nel II si dimostra la legittimità dell’impero romano, fondato non sul ricorso alla forza, ma per volontà della provvidenza divina, come testimoniano tra l’altro la nascita e la morte di Cristo, avvenute proprio durante il dominio romano. Il III libro affronta, con originalità, un problema ampiamente discusso dalla trattatistica politica coeva quello del primato tra papato e impero. Dante ritiene che l’autorità dei due poteri derivi direttamente da Dio senza dunque reciproche subordinazioni e si inscriva all’interno di un più generale disegno che, partendo dalla separazione di corpo e anima nell’uomo, individua due obiettivi, la felicità terrena e quella eterna, a cui indipendentemente e autonomamente presiedono rispettivamente l’imperatore e il papa. Il primo deve solo rispettare il secondo come un figlio rispetta il padre.

