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Percorso testuale   Home Page > Percorso testuale > Altri testi di interesse > Il trattato di pace di Castelnuovo Magra

Il trattato di pace di Castelnuovo Magra

fotografia Nell’ottobre del 1306, a Castelnuovo Magra, in Lunigiana, Dante stipula (è questo uno dei pochi dati sicuri relativi alla sua biografia), in qualità di procuratore di Franceschino Malaspina, un atto di pace tra gli stessi marchesi Malaspina e il vescovo-conte di Luni, Antonio da Camilla. L’evento è testimoniato da due atti notarili, conservati oggi presso l’Archivio di Stato di La Spezia. Il secondo di questi atti, entrambi rogati dal notaio ser Giovanni Parente Stupio, reca un articolato e retoricamente sostenuto exordium, la cosiddetta arenga, in cui con appassionato vigore si condannano fermamente le discordie che affliggono la Lunigiana e che vengono ricondotte alla diabolica azione del Maligno. Nella ricca bibliografia dantesca è stato spesso avanzato il sospetto che questo exordium, il cui elegante dettato pare difficilmente confrontabile con le coeve scritture documentarie, non fosse opera del notaio, ma che, nell’insistente richiamo alla concordia e al superamento dei conflitti, nel ricorso a citazioni bibliche, nonché nell’elaborata struttura formale della prosa latina, vi si dovesse piuttosto riconoscere il tratto inconfondibile dello stile dantesco e addirittura la prima, non ancora opportunamente valorizzata, testimonianza del suo pensiero politico. Particolarmente significativa nella direzione dell’attribuzione dantesca appare, in questo testo, l’equiparazione di fronte al summus pater, Gesù Cristo, dei marchesi Malaspina e del vescovo di Luni, in evidente consonanza con uno dei capisaldi della riflessione sviluppata nella Monarchia: l’eguaglianza del potere temporale e spirituale di fronte a Dio. Se dunque manca una prova definitiva per assegnare al canone delle opere sicure di Dante il frammento lunigianese, esso però merita di entrare, al pari del Fiore, del Detto d’Amore, e di altre epistole, nell’appendice delle opere a lui “attribuibili”.

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