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Percorso testuale   Home Page > Percorso testuale > Le opere in volgare > La Vita Nuova: struttura e contenuti

La Vita Nuova: struttura e contenuti

fotografia Composta tra il 1293 e il 1294, la Vita Nuova, dedicata al “primo amico”, Guido Cavalcanti, è presentata dall’autore come un’antologia della propria produzione poetica giovanile, inquadrata però all’interno di una cornice prosastica, che non solo assicura lo sviluppo narrativo della vicenda, giustificando ed esplicitando le circostanze da cui hanno tratto ispirazione le liriche, ma che funge anche da puntuale commento delle 31 poesie selezionate. Strutturalmente dunque l’opera si configura come un prosimetro diacronico (anche se per alcuni componimenti poetici è assai probabile una stesura contemporanea alla prosa), il primo della tradizione letteraria italiana, ispirato al modello del De consolatione Philosophiae di Boezio, ascritto nel Medioevo al genere elegiaco, entro cui, secondo una recentissima proposta, potrebbe collocarsi anche la Vita nuova[1].

L’esile trama traccia, in termini fortemente idealizzati, quasi agiografici, la storia d’amore di Dante con Beatrice, la cui immagine è fortemente connotata in senso cristologico. La vicenda però non si nutre tanto di eventi esteriori, ma piuttosto ripercorre il processo di rinnovamento spirituale del protagonista, il cui sentimento amoroso evolve dall’egoistica rivendicazione, ancora legata a schemi cortesi, di una ricompensa concessa alla propria dedizione, verso la lode disinteressata dell’amata, nella cui sola celebrazione l’amante appaga il proprio desiderio. La svolta, marcata da Donne ch’avete intelletto d’amore, canzone-manifesto dello stilnovismo dantesco, appare rinforzata dalla morte di Beatrice, condizione quasi necessaria per un autentico amore gratuito. Il libro si chiude poi con la promessa di non parlare più di Beatrice, fino a quando non si potrà “dicer di lei quello che non fue mai detto d’alcuno”.

La Vita nuova non è però solo il racconto di una vicenda amorosa, di un rinnovamento spirituale, ma anche un bilancio, certo tendenzioso, della propria carriera letteraria: il disegno, in altri termini, di una doppia, parallela evoluzione, poetica e sentimentale.

[1] S. Carrai, Dante elegiaco. Una chiave di lettura per la "Vita Nova", Firenze, Olschki, 2006.

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