|
 |
Home Page >
Percorso tematico > Gli autori e i libri > Stazio
Stazio
Dante menziona per la prima volta Stazio nel De Vulgari (II 6 7), nel canone dei “poeti regulati” proposti come modello anche per i rimatori in volgare. Citato varie volte, come profondo conoscitore dell’animo umano, anche nel Convivio, soprattutto nel IV trattato, Stazio diviene però fonte privilegiata nella Commedia, in cui frequenti sono i calchi verbali e le allusioni a personaggi ed episodi dell’Achilleide e della Tebaide. La materia tebana, in particolare è nel poema dantesco funzionale alla rappresentazione della violenza cieca di peccatori smisurati nell’esercizio del male, furenti di odio. Se grande rilievo è attribuito al bestemmiatore Capaneo, nelle Malebolge sono presenti gli indovini Anfiarao, Manto e Tiresia e sono inoltre ricordati Giocasta, Eteocle e Polinice, Tideo che addenta la testa di Menalippo, efficace termine di paragone per il noto episodio di conte Ugolino che rabbiosamente rode il cranio dell’arcivesco Ruggieri.
Ma l’omaggio più rilevante di Dante a Stazio è di averlo promosso a personaggio della Commedia. Nel poema infatti, Stazio, nei canti dal XXI al XXXII del Purgatorio, si associa a Dante e Virgilio, con una presenza superiore dunque a quella di qualsiasi altro personaggio della Commedia e con un rilievo inferiore solo a quello di Virgilio e di Beatrice. Per giustificare la presenza di Stazio in Purgatorio Dante è ovviamente costretto a presentarlo come cristiano: una questione questa che ha molto intrigato i commentatori soprattutto nella ricerca delle fonti dalle quali Dante abbia potuto ricavare tale notizia, senza che però allo stato attuale si sia pervenuti a una soluzione incontrovertibile. È possibile che Dante, che chiama Stazio “tolosano”, abbia scambiato l’autore della Tebaide, sicuramente napoletano, con un altro personaggio, forse il grammatico Stazio Ursulo di Tolosa, citato da san Girolamo. Di sicuro però il ruolo giocato nella Commedia da Stazio, seguace di Virgilio e cristiano, consiste nello stabilire un legame di continuità tra le due culture, quella pagana e quella cristiana.
 
|
|
 |
 |
 |
 |
 |
    |