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Percorso testuale   Home Page > Percorso testuale > Saggistica, critica militante e letteraria dell’esilio > Interventi sulla letteratura italiana contemporanea

Interventi sulla letteratura italiana contemporanea

L’Essays on the present literature in Italy (Saggio sulla letteratura contemporanea in Italia) fu scritto tra il marzo e l’aprile del 1818 su richiesta di John Hobhouse, influente uomo politico inglese amico intimo di George Byron, che Foscolo conobbe presso Lord Holland. Hobhouse si apprestava a pubblicare un volume di note illustrative che dovevano accompagnare l’edizione del quarto canto del Childe Harold di Byron, che uscì a Londra presso John Murray nel 1818; egli chiese a Foscolo di compilare la parte relativa alla letteratura italiana contemporanea, che fu scritta velocemente in italiano, tradotta in inglese e pubblicata poi come opera di Hobhouse nelle Historical Illustrations of the Fourth Canto of Childe Harrold. La paternità foscoliana dello scritto fu però quasi subito integralmente riconosciuta.

Foscolo si rivolgeva con chiarezza e lucidità al pubblico inglese e forniva dei ritratti critici di scrittori contemporanei tra cui Parini, Alfieri, Monti. Esprimeva poi un giudizio riduttivo sulla polemica classici-romantici, rilevandone l’eccesso di teorizzazione.

Dedicato invece al giornalismo era l’articolo intitolato Italian Periodical Literature (La letteratura periodica italiana), pubblicato sulla “European Review” nel 1824; Foscolo vi svolgeva una rassegna delle pubblicazioni periodiche in Italia a partire dal Cinquecento; fra i periodici contemporanei prediligeva la fiorentina “Antologia”; negativo era invece il giudizio sul “Conciliatore”, espressione del romanticismo milanese accusato di offrire più spazio alle disquisizioni teoriche piuttosto che fornire “opere di immaginazione”. Anche nello scritto incompiuto e mai pubblicato intitolato Della nuova scuola drammatica italiana Foscolo criticava la consuetudine dei letterati contemporanei di accompagnare le proprie opere con scritti di poetica. Recensendo le opere drammatiche di Manzoni, egli si soffermava sul problema del rapporto tra storia e poesia, cui spettano funzioni profondamente diverse, sostenendo, contro la proposta manzoniana, che compito del poeta non è quello di farsi storico, ma di fondere nella sua opera, in un’unità profonda, verità e immaginazione.

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