|
 |
Home Page >
Percorso testuale > Il romanzo > I Promessi Sposi: personaggi maggiori
I Promessi Sposi: personaggi maggiori
Don Abbondio, il curato che, rifiutando di celebrare le nozze dei due protagonisti, avvia la prima parte, “negativa”, della trama narrativa, riceve dall’autore un doppio privilegio: quello di aprire e chiudere il romanzo. Egli è infatti il primo personaggio che appare dopo la descrizione paesaggistica iniziale ed è anche il personaggio che ha più spazio nel capitolo finale. Con la sua inguaribile paura egli rappresenta l’umanità nel suo attaccamento al corpo, alla vita, all’egoistico istinto di sopravvivenza. Proprio per le sue debolezze, tuttavia, don Abbondio suscita le simpatie sia del lettore sia dell’autore, che ne fa un efficace strumento di umorismo e di comicità. Padre Cristoforo viene presentato al lettore con una digressione che ne ricostruisce l’avventurosa biografia, da eroe laico, che punisce i prepotenti uccidendoli in duello, a eroe della vita monastica, che continua a difendere gli umili e i deboli (come Lucia) con le armi spirituali: conservando, peraltro, l’energia e l’impulsività originarie, a stento trattenute dall’umiltà e dalla sottomissione imposte dall’abito monacale. Don Rodrigo signorotto di mezza tacca, ma arrogante e spaccone, incarna la figura dell’insidiatore e persecutore della fanciulla onesta e pura ed è in ciò simile ad alcuni personaggi del romanzo settecentesco d’argomento amoroso e libertino. Una lunga digressione, molto profonda nell’analisi psicologica e ricca di meditazione morale, racconta la storia di Gertrude, la monaca di Monza, personaggio che Manzoni deriva dalla figura di suor Virginia de Leyva, monacata a forza dal padre, il principe Martino. A un’altra figura storica (Francesco Bernardino Visconti) si ispira anche il personaggio dell’Innominato, che dà vita potente all’immagine romantica del masnadiero dai forti e generosi sentimenti e che mette in scena gli aspetti drammatici e sconvolgenti della conversione religiosa. Altro personaggio di rilievo nella vicenda e storicamente esistito è il cardinale Federigo Borromeo, al quale l’autore dedica una biografia dai toni solenni, nella quale egli non esita però a inserire spunti di critica, nonostante l’autorevolezza del porporato.
 
|
|
 |
 |
 |
 |
 |
 |
 |
 |
     |