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percorso biografico   Home Page > Percorso biografico > 1810-1821 > Di nuovo a Parigi


Di nuovo a Parigi

fotografia A un nuovo viaggio a Parigi Manzoni pensò spesso negli anni fra il 1815 e il 1819. Al Fauriel scriveva di rimpiangere la sua compagnia e la stanza della Maisonnette di Meulan. Al viaggio, peraltro, lo spingeva anche il desiderio di uscire da una condizione depressiva che acuiva i suoi consueti sintomi nevrotici. Un primo progetto di partenza sfumò perché la polizia austriaca, diffidente verso un intellettuale amico di romantici e liberali, non concesse i passaporti. Della mancata partenza dovette esser contenta la moglie Enrichetta, restia, al contrario della suocera Giulia, a tornare a Parigi; ma ne fu contento soprattutto il canonico Luigi Tosi, particolarmente preoccupato del raffreddarsi dell’originario entusiasmo religioso del Manzoni e contrariato da un viaggio che egli considerava “un grandissimo errore”. Il ritorno negli ambienti culturali francesi poteva aggravare –secondo il Tosi- quella che si stava manifestando come una vera crisi della fede nel suo allievo spirituale; e per distoglierlo dal viaggio e da altri lavori il canonico lo esortava a terminare il lavoro sulla Morale Cattolica. Finalmente nel settembre del 1819 il viaggio poté realizzarsi, e tutta la già numerosa famiglia (con Enrico, nato a luglio, i figli erano saliti a cinque) si trasferì prima a Meulan e poi a Parigi, con una vaga idea di rimanervi stabilmente. Ma il soggiorno parigino, a parte la compagnia del Fauriel, non portò la sperata serenità all’inquieto Manzoni, che da lì scriveva al Grossi esprimendo il bisogno di rivedere lui e gli amici milanesi. Proprio durante quel soggiorno, peraltro, Manzoni scrisse una prima bozza della Lettre allo Chuvet, si interessò alla storiografia del Thierry (che avrebbe influenzato l’ideazione dell’Adelchi), poté farsi una prima idea del romanzo storico di Walter Scott, attraverso la lettura che la madre, mentre era ammalato, gli fece dell’Ivanhoe. Alla fine di luglio del 1820 la famiglia intraprese il viaggio di ritorno alla volta di Milano. A Torino Manzoni rivide Ludovico di Breme, l’intellettuale romantico redattore del Conciliatore.

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