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Percorso tematico   Home Page > Percorso tematico > Luoghi manzoniani > Il lago di Como

Il lago di Como

fotografia Il lago di Como è la prima immagine paesaggistica che si disegna nella fantasia dl lettore dei Promessi Sposi, e la frse iniziale del romanzo (“Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti …”) è rimasta nella memoria di tante generazioni di lettori. Nello scenario notturno del lago si esprime poi, con l’altrettanto celebre “Addio ai monti” di Lucia, uno dei momenti lirici più alti di tutto il romanzo. L’attraversamento del braccio d’acqua, con la partenza dei due protagonisti verso le loro distinte destinazioni e avventure, ha anche un valore simbolico e rappresenta il primo snodo importante dell’intreccio narrativo, che porta Renzo e Lucia fuori dalla dimensione limitata e familiare del loro borgo e li immette in un mondo complesso di relazioni, scoperte, esperienze di maturazione interiore. Fu proprio il romanzo manzoniano a inaugurare la fioritura, in età romantica e anche in seguito, di una vasta letteratura “lacustre”, nella quale la descrizione del lago si legava all’invenzione narrativa. Si trattava soprattutto di romanzi e racconti, ambientati non soltanto sulle rive del lago di Como (altrimenti denominato Lario), ma anche su quelle di altri laghi lombardi: da Cesare Cantù, con la novella in versi Algiso e il romanzo storico Margherita Pusterla a Tommaso Grossi, anche lui con una novella in versi, Ulrico e Lida e il romanzo Marco Visconti, a Giulio Carcano, con la sua patetica  Angiola Maria.  Ma la letteratura “lacustre” si manifestò in quegli anni dell’Ottocento in varie forme: del diario di viaggio, delle memorie, della descrizione “turistica”; nelle quali è spesso difficile distinguere l’elemento soggettivo dell’invenzione letteraria da quello oggettivo della descrizione topografica (ad esempio in Como e il suo lago -“Illustrazione storica, geografica e poetica del Lario e circostanti paesi”- di A. Gentile e P. Turati (1858), la ricognizione dei luoghi fa da pretesto a una storia di amanti infelici). Anche l’iconografia ottocentesca ci offre una serie di belle “vedute” lacustri, con particolare riguardo al Lario e al Verbano (il lago Maggiore).

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