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percorso biografico   Home Page > Percorso biografico > Tempo e spazio nella corte > Lo spettacolo della corte

Lo spettacolo della corte

fotografia L’esordio dell’Ariosto alla corte di Ercole I d’Este nel 1497 come cortigiano stipendiato avviene all’insegna dell’impegno teatrale. A parte la perduta Tragedia di Tisbe del 1493, che testimonia l’assoluta precocità del suo interesse drammaturgico, Ludovico organizza spettacoli a corte, sul finire del XV secolo a Ferrara, nei quali recita in prima persona con attitudine istrionica. Ma sono gli anni successivi al commissariato ducale della Garfagnana, dopo il luglio del 1525, sotto il duca Alfonso I, a vedere il maggiore impegno teatrale di Ludovico, che a quelle altezze cronologiche incrementa il suo corpus teatrale con la Lena e la seconda redazione del Negromante. In questi anni mette in scena le sue commedie e quelle altrui, tra le quali una recita di Ruzante, collaborando con i teatranti padovani amici del celebre drammaturgo e attore veneto. Con il secondo Negromante e la Lena la città di Ferrara diviene un prezioso luogo spettacolare, con un intreccio tra città e teatro che esalta il punto di vista della corte alla quale il poeta destina le sue commedie. Il pubblico, dal canto suo, è parte integrante dello spazio cortigiano ed osserva la città in posizione privilegiata riconoscendo sulla scena momenti di vita reale ferrarese con bottegai, faccendieri, famigli ducali, sbirri, giudici e avvocati. L’attività di Ludovico, come drammaturgo e animatore di spettacoli di corte, sembra orientata in un primo momento alla rifondazione del teatro comico sulla scia consolidata dei modelli plautini e terenziani, ma successivamente, dopo le prime due commedie (Cassaria e Suppositi), si arricchisce degli spunti suggeriti dal repertorio contemporaneo e approfondisce gli elementi relativi all’ambientazione scenica e alla caratterizzazione tipologica, con un’attenzione particolare allo spessore sociale e psicologico della Lena. Anche la commedia interrotta I Studenti, ascrivibile ad una decina di anni prima rispetto alla Lena e al secondo Negromante, evidenzia la volontà dell’Ariosto di fare dello spazio scenico urbano il centro simbolico di una multiforme e contraddittoria realtà.

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