Ambasciatore a Roma
Nel corso del 1513 Castiglione viene nominato da Francesco Maria Della Rovere suo ambasciatore e oratore a Roma, con la procura, dal maggio del 1514, a esercitare, in sede civile e penale, tutti gli atti connessi con la sua autorità di duca di Urbino, prefetto di Roma e capitano generale dell’esercito della Chiesa. Così a Baldassarre tocca anche di intrecciare complesse trattative con la Curia e con la Camera Apostolica per la risoluzione dei debiti contratti dallo stesso Francesco Maria. Intanto la madre Aloisia, da Mantova, amministra per lui la tenuta e il castello di Novilara, coadiuvata in loco da Girolamo Tirabosco, suo maestro di casa.
Castiglione vive negli ambienti frequentati dai protagonisti della grande diplomazia internazionale, attenti conoscitori della situazione politica italiana ed europea, e cultori delle lettere e delle arti. Essi combinano il culto della poesia neolatina e dell’erudizione antiquaria con la celebrazione delle glorie e degli splendori della nuova Roma dei papi. In particolare si lega al gruppo degli amici di Hans Goritz, il gentiluomo, di origine lussemburghese, che Leone X nomina protonotario apostolico e maestro delle suppliche. Scrive in questo periodo il carme Cleopatra, dedicato a una celebre statua di marmo (copia antica di un originale dell’età ellenistica) che Giulio II nel 1512 aveva acquistato per il cortile del Belvedere.
Nel 1514 assiste allo spettacolare ingresso in città dell’elefante Annone, che il sovrano del Portogallo, Don Manuel I, ha fatto giungere dall’India in dono al papa, secondo l’esotismo allora in voga, per sollecitarne il sostegno nelle sue iniziative di guerra contro i saraceni, e per ottenere il riconoscimento delle conquiste portoghesi in Asia e America. Incontra per la prima volta, inoltre, Miguel da Silva, stabilitosi a Roma intorno alla fine del ’14, come ambasciatore e agente del re del Portogallo presso il pontefice.

