Alessandro ManzoniManzoni
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percorso biografico   Home Page > Percorso biografico > 1827-1842 > Lutti familiari


Lutti familiari

fotografia La lunga vita riservò al Manzoni non pochi lutti e dolori familiari (ai quali si aggiunse la perdita di amici cari, come il Grossi o il Rosmini). Egli sopravvisse alle due mogli e a tutti i figli tranne Vittoria ed Enrico. Un periodo particolarmente doloroso fu quello che, nel giro di pochi anni, lo privò della prima moglie, Enrichetta, della primogenita Giulia (l’amata “Giulietta”), della figlia Cristina e della madre, Giulia Beccaria. “Consumata da una malattia di languore” (come scriveva Massimo d’Azeglio al cugino Cesare Balbo) Enrichetta moriva la notte di Natale del 1833. La salma fu tumulata nel cimitero di Brusuglio e il marito scrisse l’epitaffio per la tomba, un testo dove la solennità delle frasi obbediva anche alla gerarchia familiare, ed Enrichetta vi era ricordata come “nuora, moglie, madre incomparabile”. Ma poco dopo Manzoni riuscì ad esprimere con ben maggiore profondità la propria disperazione nell’incompiuto inno del Natale 1833, dove la  morte della moglie viene drammaticamente presentata al lettore come una prova della imperscrutabilità, ma anche della “spietatezza” dei disegni divini. Nove mesi dopo, il 20 settembre del 1834, moriva Giulietta, la primogenita di casa Manzoni, Nel 1832 era andata sposa a Massimo d’Azeglio (pittore e letterato, autore di romanzi storici, come l’Ettore Fieramosca). Ma fu un matrimonio infelice: pochi mesi dopo la morte di Giulietta, Massimo si risposava con Louise Maumari, protestante, avendo ottenuto dal papa Gregorio XVI le dispense necessarie. Quel secondo e prematuro matrimonio dispiacque al Manzoni e a sua madre Giulia, anche perché dovettero a malincuore restituire alla nuova coppia la piccola Rina (Alessandrina), figlia di Massimo e Giulietta.  Anche Giulietta fu sepolta a Brusuglio e anche per lei il padre scrisse l’epigrafe funebre. Altri due lutti colpirono Manzoni pochi anni dopo, quando era impegnatissimo nel portare avanti la revisione linguistica e l’edizione illustrata del romanzo. Alla fine di maggio del 1841 moriva la secondogenita, Cristina, anch’essa sposata e madre di una bambina. Poche settimane dopo, il 7 di luglio, moriva anche donna Giulia.

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