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Percorso tematico > La poetica > Il problema della verità
Il problema della verità
I termini di “vero” o “verità” appaiono già nelle prime esperienze poetiche del Manzoni. Nel carme all’Imbonati è nominato il “santo Vero”. Il termine indica ancora qualcosa di astratto, senza un preciso contenuto filosofico o teologico. Il colloquio con gli Idéologues francesi offre contenuti ancora parziali e frammentari alla profonda esigenza manzoniana, spirituale oltre che intellettuale, di conoscere e di comunicare il vero. Quasi dono miracoloso, ma in realtà frutto di una sofferta meditazione, la conversione religiosa rivela al Manzoni una verità assoluta: la verità del cristianesimo, quale è iscritta nelle pagine dell’antico e del nuovo Testamento. Alla conversione religiosa subentra, quasi necessariamente, la conversione letteraria: il poeta celebra liricamente, negli Inni Sacri, la verità della fede. Ma, per un pensatore e scrittore così inquieto e così insoddisfatto dei propri risultati la pura celebrazione dell’“ideale” evangelico non è sufficiente. Manzoni vuole dunque cercare e rappresentare quell’ideale nella Storia, convinto che questa sveli, al poeta che la ricostruisca fedelmente e integralmente, il disegno della divina Provvidenza che vi si cela. Il dramma storico è il nuovo strumento letterario col quale Manzoni si accinge a rappresentare e a comunicare al lettore o allo spettatore questa verità della Storia. Ma proprio le due tragedie, del Carmagnola e, soprattutto, dell’Adelchi, rendono manifesta la contraddizione dell’impresa letteraria ed etico-religiosa del Manzoni. La Storia si rivela dominata dalle forze del male, sulle quali la luce del Vangelo, fatta di fede e ragione, non ha alcuna influenza. Questa luce, che non è nella realtà storica, vi è in certo modo “immessa” dal poeta drammatico attraverso la riflessione morale dei “cori” e la creazione di figure idealizzate come il Conte, Adelchi, Ermengarda. Nella tragedia vengono a contrapporsi due verità: una è quella della “realtà” storica; l’altra è quella dell’“ideale” cristiano del poeta. E’ con la “storia ideale” del romanzo che la contraddizione si risolve: in un mondo “verosimile” dove la verità della fede dà (o sembra dare) senso ad eventi e personaggi.
 
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