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Percorso testuale > La stagione della prosa > Il progetto di un’edizione
Il progetto di un’edizione
«Tutte le composizioni [...] usciranno da le mie mani in tre volumi separati, com’io aveva disegnato; ed in altrettanto le prose. Sia eccettuata da questo numero la mia Gerusalemme, la quale non vuole compagnia. Nel primo volume de le poesie vorrei che si pubblicassero gli Amori; nel secondo le Laudi e gli Encomi de’ principi e de le donne illustri; nel terzo, le cose sacre, o almeno in laude de’ prelati. Le prose dovrebbono esser distinte ne’ Dialoghi, ne’ Discorsi, e ne le Lettere» (T. Tasso, Le lettere, a cura di C. Guasti, 5 voll., Firenze, Le Monnier, 1852-55, vol. V, 52). Così il Tasso formalizzava nel 1592 il progetto di sistemazione delle proprie opere cui lavorava da anni e il cui insieme doveva sanare la moltiplicazione di stampe non autorizzate e la dispersione dei suoi testi in mille rivoli. Nel dettaglio va notata la posizione autonoma della Gerusalemme, da intendersi qui come Gerusalemme conquistata sortita dal lungo processo di riforma del poema giovanile, e la divisione delle altre opere secondo la dicotomia generalissima di prose e versi. Per i versi si definisce qui chiaramente la tripartizione di rime amorose, encomiastiche e sacre che Tasso aveva più volte annunciato nelle lettere, e che si trova riflessa nell’organizzazione dei manoscritti tardi, mentre va segnalata nelle prose la sezione autonoma riservata all’epistolario, che Tasso immaginava di affiancare alla prosa ambiziosa dei dialoghi e dei Discorsi, e cui dunque demandava una funzione nella compiuta rappresentazione della propria immagine di autore.
 
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