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Percorso tematico   Home Page > Percorso tematico > Gli antichi e i moderni > Dalla parte dei pittori

 Dalla parte dei pittori

fotografia L’apologia del presente costituisce uno dei nuclei ideologici essenziali del Libro del Cortegiano, attraverso cui Castiglione intende delegittimare l’atteggiamento psicologico di quanti perpetuano una visione sfiduciata e pessimistica della storia. La civiltà delle corti rinascimentali, di cui l’opera fornisce una tempestiva celebrazione, dimostra che alla modernità non sono preclusi traguardi di perfezione, etica ed estetica, analoghi a quelli conseguiti dagli antichi. Anzi, come i risultati ottenuti nelle vari arti dimostrano (a partire dai casi sommi di Raffaello e Michelangelo), si può essere perfetti come già lo erano stati i classici, e, al tempo stesso, diversi da essi. La natura infatti, come viene argomentato nel primo libro del dialogo, dispensa agli uomini di ogni epoca indole e ingegno non assimilabili a uno stampo predeterminato, così che è legittimo affermare che ogni individuo e ogni momento storico possono liberamente perseguire l’eccellenza attraverso l’esplicazione delle proprie virtù e del proprio talento.

Celebrare, dunque, l’età contemporanea significa riconoscerne le peculiarità, rinunciando, in nome della varietà, ai criteri strettamente precettistici e repressivi tipici dei vecchi, che col metro di una presunta “età dell’oro” valutano negativamente tutto ciò che è venuto dopo. A questo proposito, il catalogo dei grandi pittori moderni serve a Castiglione come prova esemplare e decisiva in una riflessione di taglio, insieme, antropologico ed epistemologico: “Nella pittura sono eccellentissimi Leonardo Vinci, il Mantegna, Raffaello, Michelangelo, Giorgio da Castelfranco. Nientedimeno tutti sono tra sé nel fare dissimili, di modo che ad alcuno di loro non pare che manchi cosa alcuna in quella maniera, per che si conosce ciascuno nel suo stile essere perfettissimo” (B. Castiglione, Il Cortigiano, a cura di A. Quondam, Milano 2002, I, 67).

L’elenco, che tale e quale compare fin dalla prima redazione dell’opera (1515 ca.), riflette la competenza e la lucidità di giudizio proprie di Castiglione, il quale, dalla selva dei pittori attivi all’inizio del Cinquecento, estrae il canone dei migliori. Simile registro non è fine a se stesso. Vale a produrre una duplice dichiarazione che certifica la grandezza della cultura contemporanea, tale da non temere più il confronto con quella classica, e anche la ricchezza delle soluzioni a disposizione di ogni artista, e quindi di ogni uomo, per raggiungere risultati comunque perfetti e degni di lode.

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