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Percorso tematico   Home Page > Percorso tematico > Gli antichi e i moderni > L’elogio della varietà e variabilità

 L’elogio della varietà e variabilità

fotografia Quasi sempre per diverse vie si può tendere alla sommità di ogni eccellenza” (B. Castiglione, Il Cortigiano, a cura di A. Quondam, Milano 2002, I, 67). Questa affermazione di Ludovico di Canossa, contenuta nel primo libro del Cortegiano, e applicata ai campi della musica e della pittura, della letteratura e della moda, fornisce una delle chiavi essenziali per accedere al pensiero estetico di Castiglione. Egli infatti costruisce l’intera opera con l’implicito progetto di negare validità alla tesi di quanti sostengono che, per ciascun ambito dell’agire umano, si possa stabilire un unico modello di astratta e eterna perfezione. Anzi, come si legge in apertura del dialogo, “in ogni cosa tanto è difficile il conoscere la vera perfezione, che quasi è impossibile. E questo per la varietà dei giudizi” (p. 30).

La legittimazione della varietà costituisce il principio fondante che governa l’impresa scrittoria di Castiglione, tesa a dimostrare come l’assunto archetipico di tutto il Libro (la nascita di una nuova “sorte di uomini che noi oggi chiamiamo cortigiani”) abbia giustificazione nei continui progressi della natura e della civiltà. Benché esposto, da umanista, alla ammirazione delle rovine della classicità, e incline al rimpianto dei grandi amici prematuramente scomparsi, Castiglione a più riprese, nel corso del Cortegiano, segnala che il culto del passato, remoto e prossimo, non deve mai essere perpetrato a scapito della speranza e della generosa progettazione dell’avvenire. Né ai suoi occhi possono sussistere dubbi: la positiva e curiosa disposizione nei confronti dell’incessante movimento della natura e della storia gli impongono di stimare giovane l’età del mondo, senza credere che i traguardi più luminosi della civiltà siano ormai alle spalle.

Viene così sviluppato, e collocato al cuore dell’opera, un tema già presente nella riflessione classica, per esempio in Orazio: la geniale creatività degli uomini, di secolo in secolo, si esprime secondo stili e forme differenti, sempre nuove, in una pluralità di esperienze culturali di cui sarebbe vano voler proporre una classificazione aprioristica. Le moderne corti del Rinascimento, in tale prospettiva, sono dunque l’espressione di un paradigma antropologico diverso, ma non perciò corrotto o deteriore rispetto a quello antico, che deve essere valutato, a partire dall’arte stessa della cortigiania, nella sua specificità.

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