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Percorso testuale   Home Page > Percorso testuale > Il Libro del Cortegiano > La genesi del testo

La genesi del testo

fotografia Due decenni, all’incirca, separano il momento dell’ideazione dell’opera da quello della sua pubblicazione. Il più antico testimone del Cortegiano, infatti, è costituito da una primissima stesura, autografa, databile intorno al 1508-1513, che contiene a grandi linee e in modo frammentario l’ampia articolazione di motivi poi distribuiti nei quattro libri del trattato. I futuri primo e secondo libro (dedicati all’institutio del cortigiano) prendono qui forma (con la vistosa eccezione determinata dal silenzio intorno alla questione della lingua), mentre autonomamente compaiono la cosiddetta Lettera al Frisia in difesa delle donne e la parallela stesura di un discorso de principe. A questa fase aurorale seguono, cronologicamente, i tre manoscritti Vaticani: il Vat. lat. 8204, testimone parziale della prima redazione, che risale al 1514-’15, e comprende la parte corrispondente ai primi due libri della vulgata e il prologo del terzo; il Vat. lat. 8205, testimone completo della prima redazione, realizzato tra il 1515 e il gennaio seguente e quindi sottoposto, tra il ’18 e il ’20, a interventi dell’autore e di altre mani che producono sulla prima la seconda redazione; il Vat. lat. 8206, opera di quattro amanuensi e corretto dall’autore, che contiene la configurazione estrema della seconda redazione del Cortegiano, completata tra il 1520 e il 1521. Il quinto e ultimo testimone è il manoscritto Laur. Ashb. 409: terminato di copiare il 23 maggio 1524 a Roma, l’anno successivo segue in Spagna l’autore, che su di esso continua a lavorare fino a quando, nella primavera del ’27, viene spedito a Venezia per la pubblicazione.

Quindi, in sintesi, i progressi decisivi nella storia interna del Cortegiano accadono tra il 1516 e il 1518, nella quiete domestica mantovana (dopo la spoliazione del ducato urbinate da parte di Leone X e Lorenzo de’ Medici, e dopo gli accordi di Noyon stretti, nell’agosto del ’16, tra Francesco I e Carlo V), e tra il 1522 e il 1524 (a partire dalla elezione al pontificato di Adriano VI, quando lo scrittore è ormai aggregato alla milizia della Chiesa).

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