La speranza nel domani
Tra le pagine del Cortegiano, accanto alla reiterata rilevazione della varietà delle mode e dei costumi, su scala sia italiana che europea, prende corpo la formulazione di un sogno o auspicio che, per Castiglione, costituisce una parte essenziale del suo progetto: la speranza che presto in Europa si possa affermare una paideia (= sistema educativo) comune, fondata sugli studi umanistici, sulla conoscenza del greco e del latino, e sul culto della poesia come strumento di civilizzazione. Questa sembra a Castiglione l’unica strada per arginare gli odi e i conflitti, alimentati, sulla scena politica e diplomatica del primo Cinquecento, da motivi tipo religioso, con la spaccatura della cristianità determinata dalla riforma protestante, e di tipo militare, con le guerre combattute dalle grandi potenze per il controllo sull’Italia.
Castiglione, maturata la consapevolezza che la via della diplomazia è sempre preferibile a quella delle armi, nel Cortegiano non si stanca di raccomandare la pace. In tale prospettiva, nel primo libro, viene celebrato Francesco I re di Francia, per la sua capacità di promuovere, presso la propria corte e la propria nazione, le lettere e le arti, secondo il modello italiano; in questo modo i costumi bellicosi dei gentiluomini francesi, tradizionalmente fedeli ai valori della fierezza e dell’orgoglio, saranno addolciti e temperati dalla magnanimità e dalla grazia. Analogamente, nel quarto libro, si menzionano i tre magnifici sovrani d’Europa, Francesco I di Francia, Enrico VIII d’Inghilterra, e Carlo V di Spagna e Germania. Viene formulato l’augurio che essi diano inizio a una età nuova, sotto le insegne non più della conflittualità ma della concordia, a difesa dei valori comuni, propri della cultura umanistica e cristiana, di fronte alla minaccia costituita dalle “tante migliaia di uomini” della “falsa setta di Maumet” (B. Castiglione, Il Cortigiano, a cura di A. Quondam, Milano 2002, I, 355). In una Europa insanguinata da decenni di guerre, l’opzione politica risolutiva di Castiglione è un appello a sostituire l’antagonismo con l’intesa e l’amicizia, affinché, in nome dei principi istituzionali e culturali condivisi, le armi siano volte contro i veri nemici, provenienti dal mondo islamico, il cui eventuale successo segnerebbe il tracollo della civiltà occidentale.

