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Percorso tematico   Home Page > Percorso tematico > Il principe > Prudenza e magnanimità

Prudenza e magnanimità

fotografia A partire dalla propria prolungata esperienza, in campo diplomatico e militare, Castiglione elabora una personale riflessione politica, a cui egli dà voce, specialmente, in due occasioni distinte: prima con la lunga lettera a Enrico VII re d’Inghilterra, finalizzata a commemorare la figura di Guidubaldo di Montefeltro, all’indomani della sua morte, e poi con il quarto libro del Cortegiano, in cui il tema delle conversazione è il rapporto tra l’uomo di corte, colto e raffinato, e il suo principe. In entrambe le circostanze Baldassarre propone una meditazione sulla figura del principe ideale, istruito, pacifico e sottomesso alla ragione, che permette di scorgere numerose analogie tra il suo pensiero e la letteratura utopica rinascimentale, di cui, in quello stesso giro d’anni, sono protagonisti Thomas More (con l’Utopia del 1516) e Erasmo da Rotterdam (con l’Institutio principis christiani, del medesimo 1516).

A partire dai fatti di cui è stato storicamente testimone, la scrittura letteraria è per Castiglione il luogo in cui mettere a fuoco i valori esemplari e durevoli che dalla drammatica realtà possono essere estratti. In questa operazione, d’altro canto, egli trae alimento e conforto dalle numerose pagine della letteratura cortigiana del secondo e tardo Quattrocento, e specialmente dalle opere di Bartolomeo Platina e Giovanni Pontano. Viene così costruita l’immagine ideale del principe-umanista, il catalogo delle cui doti è presentato affinché possano essere da tutti rincorse e coltivate: giustizia, modestia, umanità, clemenza, dignità, magnificenza, liberalità, prudenza, fortezza. Soprattutto, però, a Baldassarre preme di raccomandare al principe la forza d’animo e il coraggio, che consentono di mantenersi saldo, sereno e incrollabile di fronte alle offese della sorte. Si tratta di un concetto che Castiglione espone reiteratamente: la prudenza e la magnanimità sono le due virtù che permettono a ogni uomo di resistere al fato avverso e di tramutare l’infelicità del proprio destino in uno stimolo, che ne esalti le più autentiche qualità interiori.

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